GROSSETO ā āEā un percorso impegnativo, nel quale sono previste anche fasi di partecipazione, secondo una tempistica molto puntuale. Il lavoro non ĆØ banale, ma possiamo immaginare, con ottimismo, ma anche con realismo, che entro la fine della legislatura sarĆ possibile approvare in via definitiva questa varianteā.
Ha concluso cosƬ lāassessore regionale allāAmbiente Federica Fratoni la sua informativa sul Documento preliminare alla modifica del Piano ambientale regionale (Paer), ai fini della definizione delle aree non idonee per lāinstallazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana.
Lāinformativa prende le mosse dalla risoluzione n. 140 approvata dal Consiglio regionale il 1 febbraio 2017, con la quale si sollecita una regolamentazione delle aree idonee e non idonee allāattivitĆ geotermoelettrica, analogamente a quanto fatto per le altre fonti di energia rinnovabile. Sul tema va tenuto comunque presente il decreto ministeriale del 10 settembre 2010, che contiene una vincolistica piuttosto tassativa rispetto alle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, con riferimento a coltivazioni agricole di pregio. Lāassessore ha affermato che la Giunta nel maggio 2017 ha fornito alcune linee guida molto stringenti, in particolare relativamente alla non idoneitĆ , sia in riferimento alla localizzazione, sia in riferimento allāutilizzo vero e proprio della risorsa.
Lāindividuazione delle aree non idonee (ani), a suo parere, non si configura ācome divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dellāiter di autorizzazione alla costruzione e allāesercizio, anche in termini di opportunitĆ di localizzazione offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorioā. La non idoneitĆ , infatti, si riferisce alla ālocalizzazione dellāimpiantoā nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) e utilizzo della risorsa (centrale). Non si riferisce alle infrastrutture di collegamento (linee telefoniche, termodotti, strade). La non idoneitĆ , inoltre, non investe lāintera fase della ricerca: āLe limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientaleā, anche perchĆ© nella geotermia, diversamente dalle altre fonti, ĆØ fondamentale conoscere nel dettaglio le caratteristiche del campo geotermico e del fluido stesso. Le aree non idonee, quindi, ānon sono concepite e non possono in alcun modo limitare lāambito della ricerca minerariaā.
Lāassessore ha accennato anche ai criteri di valutazione di non idoneitĆ : āOltre ai vincoli previsti per legge, occorre considerare anche la tipologia di impianto da realizzare, la vocazione economica del territorio, il grado di saturazione rispetto alla presenza di impianti geotermici o altri impianti agricolo-industrialiā. In questo senso Fratoni ha rilevato come i vincoli localizzativi identificati dai Comuni ānon possono essere considerati preclusioni assolute ma devono essere messi in relazione a quanto stabilito negli strumenti di pianificazione territoriale della Regione, soprattutto per quanto riguarda gli impianti ad alta entalpia che dovrebbe essere confinata nelle aree storicamente vocate allāattivitĆ geotermoelettricaā. Le individuazioni delle Ani non esclude categoricamente che in quelle aree non sia possibile intervenire, segnala semmai che sarĆ relativamente difficile ottenere le necessarie autorizzazioni.
Fratoni ha comunque affermato che il procedimento di identificazione non potrĆ concludersi con la sola segnalazione dei vincoli, paesaggistici, ambientali o produttivi: āDovrĆ anche basarsi sullāespressione della volontĆ politica del territorio a perseguire un determinato sviluppo socio-economicoā.
Lāassessore si ĆØ quindi soffermato sullāattivitĆ istruttoria, che ha coinvolto cinquantuno proposte pervenute dalle amministrazioni locali che hanno inviato una relazione dettagliata in riferimento ai propri confini (per 27 comuni la non idoneitĆ riguarda lāintero territorio comunale con possibili eccezioni per le aree industriali e artigianali nelle quali non puĆ² essere esclusa la realizzazione di impianti almeno a media entalpia).
Con la risoluzione n. 223 approvata a novembre 2018 il Consiglio chiede alla Giunta a proporre lāatto di adeguamento al Paer ed a valutare la necessitĆ di un intervento contestuale sulla pianificazione territoriale. A suo parere la proposta di modifica si muove su questo quadro conoscitivo di riferimento, in conformitĆ con gli obiettivi del Paer e in coerenza con il Piano di indirizzo territoriale (Pit).
Una riscrittura del Piano ambientale ed energetico (Paer) perchĆ© sia āconforme alle ultime direttive europeeā, anche per āpermettere alla Toscana di raggiungere il 100 per cento dellāefficienza energeticaā attraverso āinterventi su piĆ¹ fronti a partire dallāimpiantistica fino a quello dellāabbattimento della domanda energetica quindi di ricerca del risparmioā ĆØ stata richiesta dal capogruppo del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli in apertura del dibattito sullāinformativa dellāassessore regionale allāAmbiente Federica Fratoni sul documento preliminare di modifica del Paer per la definizione delle aree non idonee allāinstallazione di impianti geotermici (Ani).
Secondo Giannarelli la geotermia ĆØ āuna delle fonti rinnovabili ma non lāunicaā. āBene che ci sia unāapertura per il rinnovo del parco impiantistico, ma dobbiamo lavorare ad una transizione energetica che permetta anche ad altri segmenti di rinnovabili di avere un ruolo da protagonistaā ha spiegato pur ricordando che āil nostro bisogno ĆØ fatto di un terzo di calore, un terzo di energia e un terzo di trasportiā. Per Giannarelli si āpuĆ² fare molto con lāeducazione alla mobilitĆ sostenibileā, argomento che ārichiederĆ una grande riflessioneā, lāinformativa rappresenta comunque un āimportante passaggioā.
āBen venga intanto questo aggiornamentoā ha detto il capogruppo di SƬ-Toscana a sinistra Tommaso Fattori che ha ricordato come āpiĆ¹ volte siamo tornati sulla necessitĆ di rivedere complessivamente il Piano regionale anche per una effettiva diversificazione delle fonti rinnovabili di energiaā. āHo in piĆ¹ occasioni ripetuto come la fortuna di avere un patrimonio geotermico ci ha resi piĆ¹ pigri sulle rinnovabiliā ha continuato ricordando il ātema complessivo della pianificazione delle fonti e della possibilitĆ di produrre lāenergia necessaria il piĆ¹ possibile sul territorioā. Secondo Fattori, la comunicazione dellāassessore Fratoni esprime una āvolontĆ politica: non mi pare unāoperazione che si limita solo a trasferire vincoli giĆ esistenti nel Pianoā. āResta comunque da sciogliere il nodo, per il capogruppo, di come āriuscire a recepire le volontĆ politiche espresse dai diversi territoriā.
Plauso al lavoro fatto dalla Giunta e dallāassessore allāAmbiente, ĆØ stato espresso dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd) che ha ricordato come lāinformativa parta dalla risoluzione approvata a novembre 2018, frutto di un ālavoro serio della commissione, tra audizioni e confronti anche faticosi, in una materia certamente complessa da un punto di vista tecnologico e normativo, basti ricordare che lāattivitĆ mineraria, quindi di ricerca, ĆØ di esclusiva competenza dello Statoā. La risoluzione, in sintesi, sanciva che su altri settori quali eolico, fotovoltaico e da biomasse le aree non idonee sono presenti nel Piano regionale. Sulla geotermia occorreva intervenire. āIl lavoro fatto con lāistruttoria prima e lāavvio del procedimento oggi deve essere riconosciuto anche rispetto agli indirizzi dati da questo Consiglioā, ha detto Baccelli che ha, infine, rivendicato la strategia sulla geotermia portata avanti dalla maggioranza di governo: āNon solo accettare le Ani ma anche accompagnare altre vocazioni dei territori per il giusto punto di equilibrioā.
Un fermo e convinto no al riconoscimento della geotermia come fonte rinnovabile ĆØ arrivato da Monica Pecori (Gruppo Misto/Tpt), perchĆ© āconsuma acqua e falde, mentre le emissioni sono state solo parzialmente attenzionate nellāultima leggeā. La capogruppo ha poi stigmatizzato il fatto che i contributi e le indicazioni pervenuti dai territori ānon siano stati poi cosƬ tanto presi in considerazioneā. āNon vedo un grande rispetto delle loro volontĆ se leggo lāinformativaā, ha detto citando, alcuni passaggi. Primo fra tutti quello per cui la non idoneitĆ si riferisce alla ālocalizzazione dellāimpiantoā nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) e utilizzo della risorsa (centrale). Non si riferisce alle infrastrutture di collegamento (linee telefoniche, termodotti, strade). La non idoneitĆ , ha ricordato ancora Pecori, non investe lāintera fase della ricerca: āLe limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientaleā. Le Ani quindi, ānon sono concepite e non possono in alcun modo limitare lāambito della ricerca minerariaā ha concluso.