GROSSETO – “La geotermia in Toscana è sostenibile”. Inizia così una nota del movimento Geotermia Sì.
“Affermiamo questo, con profonda convinzione – spiegano i rappresentanti di Geotermia Sì – in quanto siamo abituati a supportare le nostre affermazioni con i dati oggettivi e incontrovertibili che le analisi strumentali scientifiche ci forniscono. Il percorso avviato dalla Regione con l’allora presidente Claudio Martini, che portò nel 2007, alla firma di un accordo per lo sviluppo di portata storica con Enel, è sempre stato accompagnato da studi complessi: dai monitoraggi Arpat sulla qualità dell’aria, all’indagine geochimica e isotopica dell’area amiatina condotta dall’Università di Firenze nel 2010; la ricerca epidemiologica di Ars sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree geotermiche e lo studio geostrutturale, idrogeologico e geochimico commissionato dalla Regione all’Università degli Studi di Siena tra il 2007 e il 2008”.
“Da quegli anni – ricordano – i gestori hanno adottato tecnologie sempre più avanzate, dando ulteriori garanzie in un quadro di tutela della salute dei cittadini, di sostenibilità ambientale. Con la nuova fegge regionale la coltivazione di questa fonte rinnovabile è sottoposta a criteri di sostenibilità ancora più stringenti, prevedendo sull’Amiata e in tutta la Toscana, che non possa essere superato l’attuale livello di emissioni in atmosfera. La Regione ha voluto fissare un punto massimo di equilibrio, che è quello attuale, e anche in caso di apertura di nuove centrali, dovrà rimanere quanto meno invariato, prevedendo dei meccanismi compensativi con le altre centrali già in funzione in area limitrofa”.
“La Regione – ricorda Geotermia Sì – in tutti questi anni è sempre stata l’istituzione attenta e vigile sulla salute dei cittadini e sulla tutela ambientale. Eppure c’è chi crea e spalma paura utilizzando notizie false e tecniche di comunicazione costruite, solo per ritagliarsi una visibilità e un ruolo. Con ignoranza e incoscienza giocano con il futuro di intere comunità.
È giusto, dunque, ribadire: per quanto riguarda l’acquifero amiatino è stato ampiamente dimostrato che è indipendente dal bacino geotermico. I due bacini, acquifero e geotermico, sono distanti tra loro da un minimo di 1,6 chilometri a 3 chilometri e oltre. Lo strato di roccia che delimita i bacini è impermeabile. E pertanto non è possibile che ci siano interferenze. La qualità delle nostre acque supera di gran lunga la maggior parte delle acque che vengono vendute in bottiglia. Sui terremoti nessuno studio scientifico al mondo ha mai dimostrato che la reiniezione fatta in profondità possa portare a movimenti tellurici. Questo può avvenire solo e soltanto se viene fatta all’interno di una faglia, ma sull’Amiata non è mai successo. Anzi, sembra ci sia un effetto benefico di scarico della tensione attraverso dei microsismi”.
“Per quanto riguarda l’impatto visivo – conclude Geotermia Sì – crediamo che ci sia, e che debba essere minimizzato con nuovi investimenti. C’è da dire che quello che percepiscono i nostri occhi quando vedono fuoriuscire la massa fumosa dalle centrali, è comunque al 99 per cento vapore acqueo, e che non può produrre, quindi, conseguenze per la salute”.