GROSSETO – “Le considerazioni dei consiglieri De Luca e Aquino sul teatro sono infondate. Proprio per il ruolo che ricoprono, dovrebbero conoscere le cifre reali dell’investimento e i risultati, in termini di incassi, certo, ma anche di costruzione e crescita della comunità legate all’attività del teatro, che fa parte del patrimonio dei 1174 teatri d’Italia e che è diventato un punto di riferimento per la cittadinanza. De Luca e Acquino non tengono in cosiderazione che dietro al modello di gestione di ogni spazio c’è il significato che gli si vuol dare, il valore che gli si riconosce. Un progetto che, ovviamente, deve rispettare al massimo gli impegni di spesa e di denaro che, proprio perché pubblici, hanno da parte nostra tutta la massima attenzione”. A parlare è il sindaco di Follonica Andrea Benini che replica alle parole dei due consiglieri comunali che ieri avevano criticato l’impegno dell’amministrazione nel teatro Leopolda.
“In questi anni – sottolinea l’assessore alla Cultura Barbara Catalani – sono oltre 56mila le persone che hanno frequentato i suoi spazi (che sono tre: la sala grande, con 400 posti, la Leopoldina, con 200, il chiostro con 150) assistendo ai 168 spettacoli proposti, di cui 45 per bambini e ragazzi, 30 saggi scolastici, 13 tra convegni e conferenze, 52 incontri, come presentazioni di libri e altro, 19 laboratori teatrali e 7 eventi espositivi. A questi si aggiungono numerose iniziative esterne, che danno la misura di come attorno al teatro Fonderia Leopolda ci sia un progetto condiviso, che coinvolge la città in tutte le sue componenti – scuole, associazioni, enti, privati – e che va ben al di là del cartellone che propone, ogni stagione, ormai da quattro anni, dieci spettacoli. I costi per la gestione del teatro, come dovrebbero sapere i due consiglieri, dato che sono riportati in atti del Comune, si aggirano intorno ai 53mila euro ma, grazie al disciplinare d’uso, il rientro nelle casse dell’amministrazione ammonta a circa 35mila euro annui. La gestione della stagione teatrale, ovvero dei 10 spettacoli annuali messi in scena tra ottobre e aprile, non ha mai superato il costo di 92mila, grazie alle percentuali che spettano al Comune”.
Nel dettaglio per la stagione 2015/2016 sono stati investiti 87mila euro, per la stagione 2016/2017 91mila, per il 2017/2018 87mila e l’investimento per la stagione in corso sarà in linea con questi dati.
“Sorprende quindi – continua Catalani – la scoperta fatta dai consiglieri: forse, oberati dai compiti istituzionali, sono riusciti a leggere solo oggi una delibera dello scorso settembre? L’estraneità dei due consiglieri dal mondo della cultura e, in particolare, dallo spazio del teatro, si evince dalle prime righe del loro intervento, quando parlano di ‘tirare avanti la baracca’: questa espressione dà proprio la misura di cosa significhi per loro il teatro Fonderia Leopolda. I consiglieri, inoltre, dovrebbero sapere bene che l’agenzia che gestisce gli spettacoli, oltre a occuparsi degli incassi si fa carico di tutte le spese legate alla stagione, non ultimo il pagamento dei compensi alle compagnie ospitate, che ha un prezzo che vari dagli 8 ai 12mila euro a sera, oltre a spese per allestimenti, ospitalità, pubblicità e tasse. Il costo medio per lo spettacolo di una compagnia professionale è sui 9 mila euro; il teatro, che quasi sempre registra il tutto esaurito sui 400 posti disponibili, può avere un incasso netto massimo tra i 4mila e i 4mila 500 euro a rappresentazione. I calcoli, per coprire la differenza tra compensi e incassi, sono fin troppo elementari”.
“L’unica obiezione, dunque, che poteva essere ritenuta ammissibile da parte di De Luca e Aquino – commenta il sindaco Benini – è che i costi del biglietto siano troppo bassi. Ma questa è stata una decisione dell’amministrazione: tenere il prezzo di biglietti e abbonamenti (in media 10 euro a persona a spettacolo) molto al di sotto dello standard nazionale, proprio per rendere possibile alla maggior parte dei cittadini di fruire del teatro. Questo luogo, cosa che evidentemente i consiglieri ignorano, è diventato nel tempo un punto di riferimento per la città che ad ogni appuntamento è presente ma soprattutto partecipe sia negli incontri del pomeriggio che nelle cene a teatro, e quindi sempre agli spettacoli; è diventato un laboratorio per i ragazzi, che con la creazione, cura e redazione del giornale di bordo sono tornati ad essere presenti a teatro; è il luogo dove la domenica le famiglie si fermano per le letture e poi assistono allo spettacolo per bambini, dove artisti importanti espongono le loro opere, dove si affrontano temi sensibili della nostra collettività. Il loro attacco è semplicistico e superficiale. La creazione di un progetto articolato e complesso, che porta migliaia di persone attive a teatro richiede risorse, che sono ovviamente misurabili in cifre, ma anche in impegno costante e continuo che non emerge certo nella conta degli euro spesi. Questi comunque, vorremmo rassicurarli, sono da sempre quelli dichiarati nella delibera di Consiglio votata all’unanimità nel momento di attivazione del servizio. Forse è bene ricordare che in quella sede uno di loro era presente come presidente e l’altro come consigliere. Se in questi anni di costruzione di un’identità come quella del teatro fossero stati più partecipi e attivi, come si conviene alla carica istituzionale che ricoprono, avrebbero compreso l’importanza di investire queste risorse per il bene della comunità e del territorio di Follonica”,