FOLLONICA – «Quello che abbiamo sempre sostenuto e descritto si è dimostrato realtà». Sono queste le parole di Mario Monciatti, presidente del Comitato per il No all’inceneritore di Scarlino.
Il comitato, nato ben 22 anni fa, ha alle spalle una lunga storia di battaglie e oggi, il giorno dopo la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto “boccia” la riapertura dell’impianto scarlinese, parla di «soddisfazione totale».
«Il nostro è un percorso ventennale – dice Monciatti -, che da un lato è motivo di orgoglio, perché i comitati vivono e muoiono nell’arco di pochissimo tempo, ma dall’altro è una costatazione di grande tristezza perché un comitato che è obbligato a rimanere in vita per più di 20 anni, vuol dire che ha dovuto supplire a un’assenza totale della pubblica amministrazione, che ha sempre, prima esplicitamente poi implicitamente, avvallato questo impianto. Un’amministrazione che non ha mai preso in considerazione le osservazioni tecniche, non ha mai reputato come credibili gli interlocutori che sollevavano voci di critica, ma si è sempre limitata a denigrarle e bollarle come incompetenti, integralisti e ambientalisti, definendole strumentali mentre, invece, la strumentalità c’è sempre stata, e le sentenze lo dimostrano ancora una volta, solo ed esclusivamente da parte dell’azienda che è veramente il grande creatore dell’inganno».
«Parliamo delle amministrazioni locali di tanti anni fa – specifica -, quelle provinciali fino all’ultima giunta Marras, che ha autorizzato l’impianto per due volte e infine della politica regionale che ha sempre avvallato e voluto in modo forte questo impianto. Quindi sì – conclude Monciatti -, oggi posso dire che il comitato è soddisfatto, ma il comitato è composto dai cittadini e come cittadini siamo anche molto amareggiati».