GROSSETO – “Quella messa in luce da CIA è una crisi del settore agricolo della Maremma che rappresenta allo stesso tempo un rischio e un’opportunità per il nostro territorio. Com’è stato bene evidenziato, ad esclusione di alcuni timidi segnali relativi ad olio, vino e carni locali bio e di alta qualità, la situazione non è affatto rosea” il commento è di Legambiente, rispetto ai dati sull’agricoltura di Maremma diffusi ieri dalla Cia di Grosseto.
“E di questo dobbiamo essere tutti fortemente preoccupati – prosegue la nota – Analizzando più nello specifico la fotografia dell’attuale situazione del comparto agricolo maremmano, appare evidente che gli elementi che hanno generato la crisi sono diversi tra loro ma è altrettanto evidente che si tratta di una problematica che deve essere affrontata in maniera strutturale e complessiva. Aumento dei costi, cambiamenti climatici, eccessiva burocrazia, infrastrutture, squilibri nelle filiere, mancanza di reciprocità tra gli Stati membri, estrema competitività sul mercato: sono questi solo alcuni dei temi su cui tutte le parti in causa devono riflettere in maniera approfondita nel prossimo periodo al fine di individuare un percorso comune e risolutivo”.
“Da non sottovalutare – chiarisce la nota – è anche il problema delle predazioni. A tale riguardo, la nostra associazione accoglie con favore l’approvazione da parte del Consiglio regionale della mozione a sostegno degli allevatori sia per i danni diretti che per quelli indiretti. Fondamentale è facilitare un percorso che agevoli e supporti attraverso finanziamenti dedicati le misure di prevenzione quali recinzioni e cani da guardiania. Come ripetuto in più di un’occasione da Legambiente, quello delle predazioni è un tema complesso che deve essere affrontato tenendo conto degli interessi degli allevatori che rappresentano un presidio fondamentale per il territorio, senza dimenticare l’importanza della tutela e della salvaguardia del lupo. Anche in questo senso nella nostra Maremma sono state molte le azioni messe in campo al fine di mitigare i danni”.
“Per affrontare nella maniera corretta il tema della crisi del settore agricolo in Maremma – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria di Legambiente – è fondamentale puntare sulla sostenibilità. La Maremma ha bisogno di un rinnovato slancio in tal senso se vuole uscire dalla palude della stagnazione. A dimostrare ciò ci sono i buoni risultati relativi alle carni locali, all’olio e al vino. Prioritaria adesso è la creazione di una sinergia attraverso la quale creare collaborazioni solide tra e varie realtà che operano sul nostro territorio. Rendere competitiva la Maremma significa tenere conto delle sue potenzialità ma anche delle varie criticità che oggi la affliggono”.
“Ridurre significativamente gli impatti chimici – ha concluso Gentili – e favorire in modo significativo l’agricoltura e la viticoltura biologica supportando in modo specifico dal punto di vista tecnico le aziende che vogliono andare in tale direzione: partiamo da quI per dare forma ad un modello agricolo che dovrà vedere nella qualità ambientale e nella salubrità dei prodotti le priorità assolute. In questo ambito non può essere trascurato il tema relativo al distretto agroalimentare della Toscana del sud che deve trovare presto un’applicazione pratica per rappresentare un’opportunità di crescita economica e occupazionale per la Maremma.”