SANTA FIORA – Il sindaco Federico Balocchi annuncia la propria adesione a sostegno della geotermia che si terrà in piazza Garibaldi alle 10.
«La geotermia è una risorsa rinnovabile straordinariamente importante – dice Balocchi – il volano dell’esistenza stessa di una comunità è il lavoro. Lo sfruttamento geotermico ha sostituito il valore economico e sociale della ormai da tempo passata stagione mineraria. I benefici di quella stagione sono durati a lungo e ancora oggi le popolazioni ne usufruiscono. La geotermia garantisce a un’area come la nostra di fermare il declino e di conservare il valore produttivo dell’Amiata rendendola importante in particolare per le province Siena e Grosseto, per la Toscana e l’Italia. La geotermia è il nostro petrolio perché offre energia pulita a un mondo che la richiede in maniera sempre maggiore e garantisce “vita” alle nostre comunità».
«Non si tratta di difendere soltanto i dipendenti Enel o delle imprese che lavorano per Enel – aggiunge il sindaco – ma anche le serre, i salumifici, le attività dell’indotto geotermico che potrebbero entrare in crisi causando una perdita di moltissimi posti di lavoro, come pure tutte le imprese e gli artigiani che lavorano per i comuni grazie ai lavori finanziati con i proventi della geotermia. Difendere la geotermia come energia rinnovabile ha, dunque, un significato e un valore che travalica la fabbrica di energia e chiederne o favorirne il ridimensionamento determinerebbe un vero disastro sociale».
«Bisogna essere consapevoli che dire no alla nostra fabbrica di energia – chiarisce Balocchi – vuol dire farsi carico della responsabilità di causare lo smantellamento veloce di tutto il sistema di “lavori” e di “servizi” a essa collegati direttamente o indirettamente e favorire un altrettanto rapido processo di spopolamento dei paesi e delle campagne. L’assenza di geotermia avrebbe due effetti: quello del meno e quello del più. Meno lavoro, meno servizi scolastici, meno iniziative culturali e di spettacolo, meno infrastrutture per lo sport, meno promozione, meno risorse per sostenere l’associazionismo e il volontariato. Più disoccupazione, più imposte, più spese per i cittadini. Provocare tutto questo significa mettere in crisi il turismo, l’agricoltura, il terziario».
«Un vero disastro anche dal punto di vista ambientale – conclude il sindaco – l’Amiata può e deve convivere con la geotermia perché e l’unico snodo economico che consente la sostenibilità di un progetto di vita. Come per ogni attività dobbiamo pretendere (e già lo facciamo) che sia garantito un presidio della salute e della salubrità. Essere chiari su questo tema vuol dire difendere l’appartenenza e il radicamento della popolazione, l’orgoglio di essere amiatini, la bellezza dei nostri paesaggi, il valore delle tradizioni e dei prodotti. La partecipazione in piazza è in questo senso da non sottovalutare, è importante, è una dichiarazione pubblica di impegno, un atto evidente per difendere il nostro diritto di vivere quassù. Io ci sarò e invito tutti i sindaci a essere presenti».