GAVORRANO: «Per chi non ha mai letto la Costituzione della Repubblica Italiana o al più lo ha fatto in modo superficiale e non approfondito viene naturale e banale definire la nostra mozione “antidemocratica” e contro “la libertà”. In realtà si tratta di una reazione, questa sì, stupida e poco meditata» così il sindaco di Gavorrano, Andrea Biondi, risponde al duro attacco del portavoce di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi.
«La Costituzione nasce come risposta alla disastrosa esperienza del fascismo – dice il sindaco – Disastrosa e drammatica, in ogni senso. La Costituzione Italiana è antifascista per definizione, tanto che nelle disposizioni finali, al punto 12, lo dichiara esplicitamente, vietando, sotto qualsiasi forma, la riorganizzazione del partito fascista. Questa norma del dettato costituzionale è stata ripresa dalla legge Scelba del 52 e successivamente dalla legge Mancino del 93. L’insieme di queste norme è solo apparentemente in contrasto con i principi di libertà di espressione garantiti dalla Costituzione stessa. I Padri Costituenti fecero proprio un concetto che andava sviluppandosi nell’immediato dopoguerra e che venne teorizzato dal filosofo Karl Popper nel 45. Secondo questo principio, conosciuto come il paradosso della tolleranza, una società indiscriminatamente tollerante è destinata ad essere sopraffatta prima e cancellata poi, dalle frange intolleranti. Una società tollerante quindi per continuare ad esistere, può tollerare tutto tranne l’intolleranza».
«L’avvento dei regimi nazisti e fascisti si concretizzo – spiega Biondi – proprio perché le società del tempo furono “tolleranti” nei confronti di quei movimenti politici, di quei gruppi di persone. Per evitare il riproporsi di tale situazione i Padri Costituenti inserirono il punto 12 delle norme finali della Costituzione con il quale veniva di fatto limitata costituzionalmente la libertà di espressione, solo ed esclusivamente in relazione a ciò che era “fascismo”. Il punto 12 venne in seguito attuato attraverso la legge Scelba, che istituiva il reato di “apologia del fascismo” e che si occupa di punire chi “persegue finalità antidemocratiche” “denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza” e “svolgendo propaganda razzista”. Risulta evidente, palese e lampante che questi temi sono oggi come mai prima d’ora di stringente e drammatica attualità».
«Non è invocando una falsa antidemocraticità di un provvedimento – chiarisce il primo cittadino – fra l’altro con scarsa cognizione di causa, o accusandoci di “tornare all’indietro”, che queste pulsioni antidemocratiche, pericolosissime per lo stato di diritto e per la democrazia liberale, verranno zittite. Siamo tutti coscienti e consapevoli che il partito fascista non tornerà con le squadre di picchiatori con i pantaloni alla zuava e gli stivaloni, che non torneranno i reduci di guerra e le camicie nere, come non torneranno i fez. Viviamo un altro tempo. Ed il fascismo non è una maschera, non è un modo di vestire, ma un modo di pensare, di agire e reagire. E ci ha già fatto abbastanza male, causando danni, dolore e portando morte e miseria. Umberto Eco nel 1995 in un bellissimo articolo per la Columbia University parlava di ur-fascismo, ovvero delle caratteristiche profonde ed ancestrali del fascismo, spiegando che queste caratteristiche non erano morte nel 45 con mussolini e con il partito fascista, ma che erano solo sopite e che erano comunque preesistenti ad esso».
«Chi crede che il fascismo sia un qualcosa di esteriore, di forma – conclude Biondi – non ne ha capito le radici profonde ed i meccanismi sociali ed umani che lo governano. Mai come oggi il fascismo è un tema di attualità. Mai come oggi l’intolleranza ha preso nuovamente piede nelle nostre società e mai come oggi è necessario combattere questa intolleranza. Esattamente come ci chiede di fare la nostra Costituzione. Perché l’unico modo che abbiamo per combattere l’intolleranza è non tollerandola a nostra volta. Ricordandoci ogni giorno di essere antifascisti.
E dichiarandolo anche su di un modulo, su di un foglio di carta. Ribadendolo con una mozione. Per ricordare e ricordarci che il fascismo non è morto e va combattuto ogni giorno».