GROSSETO – «L’ISIS Leopoldo II di Lorena ha accolto una richiesta ufficiale del CPIA (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) con una delibera del proprio consiglio d’istituto quale organo collegiale deputato a tale funzione» così la dirigente scolastica del Leopoldo II di Lorena, Nunziata Squitieri, e la dirigente del CPIA Patrizia Matini commentano la polemica in merito ai migranti a lezione all’interno della scuola.
La preside, da noi contattata, ha affermato che le lezioni non si sono ancora svolte, ma sono programmate per il futuro. «Il CPIA è un’istituzione scolastica autonoma voluta ed autorizzata dal MIUR e pertanto, come ogni scuola dello Stato, è soggetta agli stessi vincoli, adempimenti e quanto altro per accettare le iscrizioni degli studenti. La scuola auspica che questioni delicate e complesse come questa, che vedono coinvolti soggetti istituzionali a vari livelli siano considerate con il buon senso e il rispetto dovuto ad una comunità educante come la scuola è».
«I CPIA, centri permanenti per l’istruzione degli adulti, forniscono istruzione a studenti che non hanno adempiuto agli obblighi scolastici in vigore e rispondono al bisogno di favorire l’apprendimento permanente degli adulti, sanciti dalle normative nazionali ed europee per una cittadinanza consapevole e responsabile – prosegue la nota della scuola -. La scuola, in accordo al dettato costituzionale è aperta a tutti, di mattina o di pomeriggio senza distinzione alcuna, nel rispetto delle norme vigenti ispirate a favorire l’educazione e l’istruzione».
«Si può aggiungere che non abbiamo ricevuto ufficialmente da parte di genitori alcunché, nel caso pervenissero richieste di chiarimenti, sarà nostra cura rispondere specificando fatti e situazioni. La scuola si occupa in primo luogo della formazione e dell’educazione e rappresenta pertanto il luogo dell’inclusione dove ogni giorno, concretamente, vengono tutelati i più elementari diritti umani. Questo è stato l’anno dell’80° anniversario della promulgazione “Delle leggi razziali” e il 70° della dichiarazione universale dei diritti umani. Storia e le tragedie del Novecento non sono tanto lontane perché non si possa fare memoria in momenti come quelli che viviamo. La scuola continuerà a fare la sua parte nella direzione di costruire ponti e legami tra persone e culture diverse nel rispetto e nella valorizzazione della diversità e della ricchezza di ogni persona come portatrice di valori».