FOLLONICA – «Mio figlio viene discriminato dal professore di tecnica» inizia così la lettera di una mamma che ha scritto alla nostra redazione. Secondo la versione della madre il figlio, al primo giorno di scuola in prima media, scuola Bugiani di Follonica, (lo scorso anno il bambino è stato bocciato, decisione presa in accordo con la mamma) il professore di tecnica «mentre faceva l’appello, al momento in cui ha chiamato mio figlio, ha esplicitamente detto al bambino: “tu quest’anno non farai tecnologia”, umiliandolo davanti a tutti i nuovi compagni. Mio figlio le volte successive ovviamente si è presentato senza materiale e non ha svolto la materia come suo diritto».
«Il professore ha segnato note sul registro di classe senza specificare il perché l’alunno andasse in classe sprovvisto di materiale. Ho provato a parlare col professore ma non essendo orario di ricevimento sono stata letteralmente cacciata dalla scuola. Anche la sua collega, intervenuta in sua difesa, ha detto che il ragazzo anche nella sua materia non porta il materiale scolastico – prosegue la mamma -. Ho esposto il problema alla preside che mi ha consigliato di prendere un appuntamento con vicepreside e professori per un chiarimento. Ma il chiarimento con il professore non è andato a buon fine, perché ancora una volta, alle mie obiezioni riguardo i suoi modi di approcciarsi ai ragazzi, soprattutto ripetenti, si è alzato e se n’è andato. Per questi professori non sono stati presi provvedimenti disciplinari. Ho trovato, anzi, nei colloqui con vicepreside e altri professori presenti, coalizioni e misure difensive incondizionate verso il collega».
Ma la preside, Paola Brunello si dice stupita per questa lettera: «Ho ricevuto la madre appena mi è arrivata la richiesta, e sono stata io stessa a prenderle appuntamento per un colloquio con vicepreside e professori. L’incontro si è svolto lunedì, e la madre e gli insegnanti erano rimasti d’accordo di rivedersi tra 15 giorni per fare il punto della situazione, è stato sentito anche il ragazzo, che è stato spronato a studiare e a venire a scuola con tutto il materiale scolastico. Sono passati solo quattro giorni da quell’incontro».
La preside poi precisa: «La madre è piombata in classe del professore di tecnica durante l’orario di lezione e pretendeva chiarimenti. Ma il professore non avrebbe potuto lasciare i ragazzi da soli, e dunque ha chiesto alla mamma di tornare in orario di ricevimento. Quanto a quelle che la mamma chiama note sul registro elettronico, non sono note, ma segnalazioni, in tempo reale, per i genitori, perché sappiano quel che succede in classe. Solo in casi gravi telefoniamo a casa per avvertire i genitori».
«Il bambino è stato sentito durante l’incontro, ed è sereno, anche perché nessuno ce l’ha con lui, alle medie i ragazzi vengono responsabilizzati e devono preoccuparsi di andare a scuola con tutto il materiale e i libri: quanto al professore di tecnica, non se n’è andato durante l’incontro con la mamma, semplicemente, al suono della campanella, alla fine dell’ora, è dovuto rientrare in classe» prosegue la preside.
Insomma da parte della scuola c’è stata la «massima attenzione, ci siamo fatti carico del disagio segnalato dalla madre e ci siamo mossi in questo senso, l’incontro è apparso proficuo e positivo e in un’ottica di collaborazione abbiamo fissato un altro incontro tra due settimane, per questo non comprendo questa lettera della mamma ai giornali a soli tre giorni dall’incontro».