di Alfredo Faetti
BAGNO DI GAVORRANO – «Ho iniziato a scrivere aforismi dalla tenera età di 16 anni». Esordisce così Alberto Malossi, che oggi di anni ne ha 28, alla presentazione del suo libro. «Parla molto di me» spiega. Da qui il titolo: “una vita di aforismi”. L’autore di Caldana è stato ospite sabato sera della rassegna letteraria “Arci Book Cafè”, organizzata alla neonata associazione Arci di Bagno di Gavorrano.
Maglietta bianca e sorriso sulla labbra, Malossi non si è tirato indietro dalle domande che gli sono state fatte. «Ho iniziato per caso, ma poco a poco la scrittura è diventata una parte importante di me. Un modo per sofgarmi, per fare uscire quelle parole che non riesco a dire con la bocca». C’è un aforisma di Charles Baudelaire nella prima pagina del libro, accompagnato dall’introduzione dell’autore. «Mi piace molto la lettura romantica, così come quella decadente» racconta, senza nascondere che anche nei suoi scritti questa traccia resta ben visibile. La presentazione parte proprio da un suo aforisma legato a questa visione:
“bisogna star male
per scrivere bene
soffrire
per creare qualcosa di buono”
Lui stesso spiega che c’è un filo di malinconia che attraversa la sua opera, nonostante il sorriso con cui ne parla. Ad un certo punto dell’intervista lo spiega bene: «nei miei aforismi si trova quello che ritengo sia il tema principale: la ricerca della felicità. A volte la cerchiamo con tutte le nostre forze ma non sempre questa smania di essere felici ci porta a star bene, anzi ci fa vivere questo fugace momento in maniera sbagliata».
Ha fatto anche il cantante con un gruppo di amici Malossi. «Non so suonare nessuno strumento. Per me la parte essenziale di ogni canzone è il testo. Ma anche la musica mi aiuta a tirar fuori quanto tengo dentro». Però la sua arte ormai è legata alla scrittura. «Ho provato a scrivere romanzi: parto bene, ma poi divento ripetitivo e non mi piace. Così lascio perdere». Dunque anche la sua prossima opera, già in cantiere, sarà una raccolta di aforismi. «Per ora ne ho scritti settanta circa. Ma aspetto di arrivare a cento».
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