FOLLONICA – «Il Consiglio Regionale ha approvato la mozione proposta da Marras. E’ senza dubbio un fatto importante, ma insufficiente, pur se il dibattito ha complessivamente indicato come maggioritario il no, motivato e non pregiudiziale, a questo impianto». A parlare è Ettore Chirici, capogruppo in consiglio comunale di Gente di Follonica.
«La mozione approvata apre uno spiraglio, ma sembra più un abile percorso attendista, che una decisa inversione di marcia. Quando Marras dice che “l’impianto di Scarlino non può stare nel Piano Regionale dei rifiuti” è tutto e niente. Quando, dopo la conversione del vecchio forno della pirite in un bruciatore per rifiuti, ci fu l’ingresso di una cordata comprensiva di imprese “vicine” al governo regionale e provinciale, i dirigenti DS (anche qualcuno di Follonica), alle obiezioni del Sindaco Saragosa e di altri, si trincerarono dietro il fatto che l’impianto era privato e, quindi, solo soggetto alle autorizzazioni come attività industriale e difficilmente si sarebbe potuto dire di no».
«In realtà, pensavano ed hanno pensato ancora, diventati PD, che, comunque, sarebbe stata una possibile occasione da sfruttare. Dunque, si tratta di una dichiarazione non necessariamente significativa. Altrettanto, è positivo ed utile che la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale abbia deciso di ascoltare il parere tecnico del CNR di Napoli. Di nuovo, non è detto significhi qualcosa, sebbene questo parere possa davvero diventare il grimaldello per scardinare l’impianto autorizzativo. Il vero punto è cosa farà la Giunta Regionale».
«Hanno assolutamente ragione i Sindaci Benini e Stella, solo moderatamente soddisfatti: “visto anche il dibattito in Consiglio, ci saremmo aspettati più coraggio, approvare, cioé, anche le altre mozioni” che, aggiungo io, con assoluta chiarezza chiedevano di tornare indietro rispetto all’autorizzazione concessa».
«Non è che “la politica” attenda il parere della Magistratura, cioè del Consiglio di Stato? Qualunque esso sarà (ci auguriamo confermi i precedenti pareri negativi rispetto alle autorizzazioni concesse), la politica non farebbe, comunque, bella figura, dimostrando di non essere in grado di sciogliere i nodi di governo. I motivi tecnici, le incongruenze dell’iter e dei contenuti della Conferenza dei Servizi, le posizioni politiche: c’è tutto, quanto meno per annullare l’atto preso e riaprire la Conferenza stessa in modo serio, obiettivo e rispettoso delle norme, della tecnologia e della salute dei lavoratori e dei cittadini».
«Qualora ciò non dovesse avvenire in tempi brevi, pur condividendo e sostenendo con decisione le posizioni e le iniziative assunte dal Sindaco Benini (cui, con il collega di Scarlino, si deve quanto avvenuto in Consiglio Regionale, assieme alla tenacia ed alle competenze messe in campo dal Comitato per il NO), trattandosi di politica e non di “ideologia”, ne trarremmo atti politici conseguenti».