FOLLONICA – Sarebbe servito forse più coraggio oggi in consiglio regionale. Questo è quello che pensano i due sindaci di Follonica e Scarlino, Andrea Benini e Marcello Stella, dopo la votazione della mozione del Partito democratico sul futuro dell’impianto del Casone. «Il punto fondamentale – hanno detto – rimane sempre lo stesso: quell’impianto non ha senso e nessuno vuole che riparta. Non lo vuole la politica perché oggi tutti i gruppi consiliari, di ogni colore, si sono espressi in questa direzione, non lo vogliono le comunità locali e le amministrazioni comunali e più volte lo hanno dimostrato».
I due sindaci avrebbero voluto che oltre alla mozione presentata dal Pd (Leggi: Inceneritore, approvata la mozione Pd. Marras: «L’impianto di Scarlino non può stare nel Piano regionale dei rifiuti»), fossero state approvate anche le mozioni delle altre forze politiche. «Sarebbe stato un segnalo chiaro che avrebbe dato più forza alla nostra posizione. Dobbiamo dire che comunque ci sono degli aspetti positivi da mettere in evidenza. Tra questi che sulla base delle nostre posizioni e in particolare rispetto alla nostra richiesta sull’assunzione di responsabilità da parte della politica, finalmente, che l’inceneritore è al centro del dibattito in Toscana».
L’altro elemento positivo è che la posizione del Cnr di Napoli, che aveva allertato rispetto ai dati dell’impianto di Scarlino, sarà ascoltata in una prossima seduta della commissione Ambiente della Regione Toscana.
«Oggi la politica, tutta, – hanno aggiunto i due sindaci – ha dimostrato di essere contraria a quell’impianto: non capiamo a questo punto che cosa serva alla Giunta e alla Regione per fermarsi. Chiediamo ancora con forza che a questo punto la Giunta ci dimostri con i fatti quella che è stata l’indicazione arrivata dal consiglio regionale perché non accettiamo che si continui a dilazionare la discussione sull’inceneritore e sul futuro del nostro territorio».
Adesso si dovrà capire che cosa potrà succedere nei prossimi giorni. A ottobre intanto si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato che con la sua sentenza potrebbe “aiutare” la politica a decidere in un senso o nell’altro sul destino dell’inceneritore.