FOLLONICA – «Si fa un gran parlare di questa stagione turistica 2018 che, in attesa dei dati definitivi, pare non sia delle migliori. L’occasione, come sempre, riapre il dibattito sulla potenzialità del nostro turismo e soprattutto sui suoi limiti». Il Psi di Follonica torna a parlare di turismo in una stagione che, in Maremma, non è stata all’altezza dell’anno passato.
«Un turismo in balia delle previsioni del tempo: incapaci di attrarre flussi organizzati, di fare strategia e tanto meno sistema ci affidiamo allo Stellone del fine settimana – prosegue il Psi -. Se il tempo “tiene”, il mare ce lo abbiamo (e neanche dei peggiori), la gente verrà. Tutto il resto è affidato quasi esclusivamente alle casse comunali che, grattando il fondo del barile, cercano di organizzare manifestazioni ed eventi per riempire serate che, altrimenti, risulterebbero poco più che vuote. Da anni si dice che questo modo di operare non può durare a lungo ma, salvo rari sussulti imprenditoriali, tutto resta immutato da anni».
«A salvarci, ricordiamolo, è stata anche la crisi mediorientale che ha lasciato legati al nostro mare molti turisti che, altrimenti, in condizioni di sicurezza avrebbero scelto altri lidi, non fosse altro, perché attratti da prezzi più vantaggiosi. In attesa che la nuova legge regionale partorisca un nuovo sistema di accoglienza e che questa dia i suoi frutti, crediamo che, alla fonte dei nostri mali, ci sia la famigerata mancanza di mentalità. Sembra una frase fatta, ma dietro questa frase, si cela un mondo fatto di conoscenze di settore, considerazione del turista, professionalità, cultura dell’accoglienza».
«Diciamoci la verità, in tutti questi campi non eccelliamo. “Fare (rifare) le teste” pertanto dovrebbe essere una base da cui ripartire. Vale in tutti i settori in cui la nostra nazione sta perdendo punti, turismo compreso. Per questo riteniamo che ragionare sulla possibilità di istituire a Follonica un istituto alberghiero di alta formazione rappresenti un tema da affrontare nel medio periodo. Non si tratta di formare cuochi e camerieri, ma manager multilingue nel settore alberghiero e ricettivo in genere. Abbiamo bisogno di produrre professionalità altamente specializzate nella cultura dell’accoglienza. Ce ne rendiamo conto ogni volta che andiamo all’estero per le vacanze: là il turista è “sacro”, messo a proprio agio, assistito nei suoi bisogni, accolto con sorrisi e cortesia. Un po’ quello che ci manca dalle nostre parti – prosegue il Psi -. La battaglia sui prezzi è un gioco a perdere, ma quella sui servizi va combattuta partendo da un serio investimento sulle nuove generazioni».