GIUNCARICO – La nuova area pic-nic “La Pinetina”di Giuncarico sarebbe abusiva. A sollevare delle irregolarità nel recente allestimento del parco, è il gruppo consiliare di minoranza “Di Curzio Sindaco”.
«Domenica, 1 luglio –scrive il gruppo in una nota- è stata inaugurata a Giuncarico un’area pic-nic in via Matteotti, a pochi passi dalla rinomata piscina comunale; il tutto alla gradita presenza del sindaco del Comune di Gavorrano Dr. Andrea Biondi».
«L’area in esame era, di fatto, un piccolo parco in stato di semiabbandono. Con un’importante e lodevole iniziativa del gruppo Donne Giuncarichesi, questo parco ha subito nel mese di giugno scorso un importante intervento di restyling; decespugliamento dell’area, realizzazione di staccionate, installazione di tavoli da pic-nic ed addirittura messa in opera di un barbecue. Tutto questo, ci preme sottolinearlo, è stato realizzato con il contributo di molti volontari che materialmente ed economicamente hanno contributo a questa lodevole iniziativa».
«A distanza di una quindicina di giorni – spiegano i consiglieri di minoranza- da questa inaugurazione emergono però dei lati oscuri, che il sindaco Biondi si trova oggi a dover gestire. In primo luogo l’area in esame, che tutti davano per scontato essere del Comune, è in realtà di privati cittadini. La signora, proprietaria insieme ai figli del terreno in questione, pare a sua insaputa, si trova quindi allestito nel proprio terreno un piccolo parco con area pic-nic (Mappale 244 del Foglio 155 di Gavorrano)».
«Non solo, il parco in questione si sviluppo lungo la Strada Provinciale 115 “Giuncarico” appena al di fuori dell’abitato di Giuncarico; stante le disposizioni del codice della strada l’installazione di recinzioni (o staccionate) può avvenire a una distanza non inferiore a tre metri dal confine stradale. In quel di Giuncarico è stata invece installata una staccionata a distanza ben inferiore ai tre metri previsti. Dalle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, pare che l’ente preposto, e cioè il settore viabilità della Provincia di Grosseto, già si stia occupando dell’irregolarità».
«Pare quindi evidente – attacca il gruppo consigliare- che l’intera operazione sia stata gestita con assoluta leggerezza da parte del Comune, il quale ha partecipato all’inaugurazione con il proprio massimo rappresentate senza però aver accertato la regolarità dell’opera. Allo stesso tempo vi è stata assoluta leggerezza da parte di chi ha coordinato l’intera operazione; non solo sono stati “buttati” soldi di chi ha contribuito alla realizzazione dell’opera, ma vi è anche un’incosciente esposizione a rischi per tutte quelle donne che attivamente partecipano alla vita dell’associazione “Gruppo Donne Giuncarichesi”. L’installazione di una staccionata in prossimità di viabilità comporta una sanzione pecuniaria, oltreché un’ordinanza di ripristino (atti che saranno notificati alla propietaria, probabilmente); inoltre l’aver occupato abusivamente un suolo privato è punibile dal codice penale; per non dimenticarsi in fine le responsabilità che ci si assume nel caso in cui qualcuno possa accidentalmente farsi del male in questa area».
«Ci preme ribadire con assoluta chiarezza che questo nostro intervento non è un attacco ad un gruppo di volontarie che tanto di buono ed importante sta facendo per la realtà giuncarichese. Anzi, nell’occasione vogliamo sottolineare che altre zone del paese sono da sempre mantenute in ottimo stato grazie all’opera di volontariato di queste donne. E’ anche grazie a loro se il paese riesce a valorizzare alcune aree spesso dimenticate dalle amministrazioni che si sono succedute».
«Ci preme però, contestualmente, richiamare a una maggiore attenzione il Comune ed il suo massimo amministratore, affinché nel territorio comunale non prevalga l’anarchia assoluta (le cose si devono fare, ma le si devono fare nel rispetto delle norme). Richiamare all’attenzione anche la signora Elisabetta Iacomelli che da mesi partecipa attivamente alla vita del Gruppo Donne Giuncarichesi, affinché metta in pratica la sua esperienza da ex amministratore e da avvocato nell’interesse della collettività e non trasformi un’associazione di volontariato in un gruppo politico che sostiene la sua prossima candidatura».