GROSSETO – «Ancora una volta la Lega Nord di Grosseto segnala come l’amministrazione della ASL 9 a guida Desideri sia poco trasparente e non incline all’apertura di rapporti con i rappresentanti politici di maggioranza neoeletti nel territorio di area vasta sudest, che ne devono essere i primi referenti» a parlare in una nota è il segretario territoriale della Lega Nord, Andrea Ulmi.
«Aspettavamo con gioia l’agorà promessa a giugno dal direttore generale – dice Ulmi – una riunione di confronto, a cui avrebbero partecipato anche i cittadini, ma dobbiamo constatare con delusione che anche il mese di Giugno è passato e i problemi della nostra Asl sono i soliti. Ad ogni buon conto la Lega autonomamente, ha già messo in cantiere l’organizzazione di un convegno su “Gli stati generali in sanità dell’area sudest”».
«Questa volta il motivo della nostra pubblica doglianza è un importante bando interno all’area vasta – illustra Ulmi – con il quale a pioggia vengono distribuiti su circa 400 dipendenti piu’ di 2 milioni di euro. I tre segretari politici della Lega in rappresentanza della Lega di tutta l’area sudest avevano chiesto di sospendere il bando per conoscere i criteri e le motivazioni di scelte non chiare ai più, per non dover dubitare che dietro scelte opinabili ci fossero state motivazioni deontologicamente riprovevoli. Purtroppo su tale richiesta di trasparenza non abbiamo avuto risposta».
«In compenso – prosegue il segretario – dai nostri elettori presenti nel comparto sanità dell’area vasta abbiamo ricevuto osservazioni sul fatto che in tempi di chiusura di posti letto, di mancanza di personale, assistere a tale elargizione che interessa pochi e non certo quelli gravati da turni massacranti, poteva essere ridiscussa nelle apposite sedi, dalle stesse categorie sindacali, magari con il supporto della forza politica di maggioranza attuale che avrebbe potuto avere una visione meno verticistica della organizzazione aziendale allargando alla base lavorativa i benefit aziendali previsti per pochi e non per tutti».
«In ogni caso, al netto di qualsiasi speculazione – chiarisce Ulmi – ammesso che la concessione della professionalità sia stata veramente data su criteri meritocratici valutati singolarmente da una persona, è pur vero che la sua assegnazione sarebbe dovuta avvenire, sapendo che la trasparenza è il punto di forza di una amministrazione sana, nella maniera piu’ pubblica possibile. Tutti i partecipanti al bando devono sapere il perché sono stati oggetto di premio o perché non lo sono stati. Solo in questo modo, conoscendo i propri eventuali errori, si può migliorare la propria preparazione per ritentare il bando. Il lavoratore deve sapere perché non ha potuto accedere alla Posizione Organizzativa e perché ne è stato escluso».
«In sanità nell’attuale dirigenza Toscana prevale l’autoreferenzialità, in particolare nell’area vasta sud est – afferma il segretario – la sinistra non è più la forza egemone e non può effettuare scelte importanti con ricadute economiche su un territorio senza rendercene conto. Noi della Lega Salvinipremier siamo alla guida del nuovo governo nazionale, In Toscana e nell’area vasta sud-est siamo la principale forza politica e vogliamo essere ascoltati nell’interesse della collettività specie quando si toccano interessi comuni o quando le politiche sanitarie non vengono , come noi intravediamo da mesi, condivise a livello progettuale».
«Questo incauto modo di governare non ha piu’ ragione di essere e qualsiasi progetto futuro che riguardi l’organizzazione della assistenza sanitaria a migliaia di persone, o che riguarda il futuro di migliaia di lavoratori all’interno di un ente, deve essere verificato con gli amministratori del territorio di riferimento, unici responsabili, nel bene e nel male delle politiche sanitarie – conclude Ulmi – sulla base di questi principi abbiamo chiesto il congelamento di tale bando e di tutte le attività previste, non concertate , che possono portare a decremento della attività sanitarie nel territorio di area vasta. Sarà poi l’elettorato il giudice di tutto. E’ inequivocabile che ,ad oggi, ha dato una risposta che boccia senza appello il referente politico che ha fatto le nomine di chi dirige la sanità pubblica che conseguentemente viene delegittimato dal suo ruolo. Per il noto attaccamento italico alla poltrona non si chiede di abbandonarla ma di essere almeno più inclusivi»