GROSSETO – L’Italia detiene un primato negativo, rispetto agli altri paesi europei, per il tasso di occupazione: è quanto emerge dallo studio realizzato dal Centro studi Cna, che mette a confronto i numeri sull’occupazione nei ventotto paesi dell’Unione ed analizza nel dettaglio la situazione italiana fotografando un contesto dove lo squilibri tra regioni è fortissimo.
«I dati che il nostro Centro studi nazionale ha elaborato – commenta Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – a livello complessivo non sono certo positivi, ma evidenziano una cauta ripresa a livello locale. Se l’Italia, infatti, si trova al penultimo posto per il tasso di occupazione, con il 58 per cento, avanti solo alla Grecia (con il 53,5 per cento) e a distanza di venti punti percentuali dalla Svezia (dove il 76 per cento della popolazione è impiegata), la Toscana e la provincia di Grosseto registrano risultati meno scoraggianti».
«In regione, infatti, è occupato il 66 per cento della popolazione – prosegue Cna – dato di poco sotto la media europea, che è del 67,6 per cento, e Grosseto, nello specifico, si colloca al quinto posto tra le province toscane, con un tasso di occupazione del 64 per cento».
«Un dato che non deve farci comunque esultare – aggiunge Bramerini – ed è necessario che il nuovo Governo affronti il tema del cuneo fiscale, perché il costo del lavoro è uno dei più alti d’Europa: per le piccole e medie imprese e per gli artigiani servono incentivi che facilitino le assunzioni e un sistema di tassazione che lasci più soldi in tasca all’imprenditore e al lavoratore Inoltre, il dislivello che esiste tra le diverse regioni italiane dimostra che è necessario agire in fretta».
«Il fatto che l’Italia – sottolinea Cna – dopo dieci anni dalla crisi, abbia recuperato quasi completamente i livelli di occupazione del 2008, quando si attestavano introno al 58,6 per cento, non deve quindi far calare l’attenzione su questo tema»
«E’ necessario – conclude Bramerini – avviare politiche di coesione territoriale, che possano favorire l’imprenditorialità e attirare investimenti».