GROSSETO – «Il sistema di controllo preventivo della spesa sanitaria incide sull’efficacia delle prestazioni ai pazienti grossetani. Con l’unione delle Asl di Grosseto, Siena e Arezzo è stato introdotto nell’azienda sanitaria un meccanismo burocratico affinché ogni mese nelle strutture ospedaliere non vengano richiesti medicinali e ausili in quantità tale da superare costi stabiliti precedentemente in base a statistiche e previsioni spesso non supportate dalla realtà dei fatti». A parlare è la deputata di Forza Italia Elisabetta Ripani.
«Tanto che alcuni cittadini riferiscono di aver dovuto attendere anche un mese per ricevere le cure necessarie alle loro patologie, prestazioni non d’emergenza ma comunque utili al benessere. Ad esempio farmaci che mancano nei reparti a fine mese, trattamenti ambulatoriali spostati o (più banalmente) guanti non più disponibili per gli operatori. E questo accade spesso, perché se in un’unità operativa ospedaliera viene raggiunto il budget stabilito preventivamente dall’azienda, i medici e il personale infermieristico si trovano costretti a rimandare le terapie oppure a richiedere anticipi sullo stanziamento per il mese successivo. Artifici gestionali che rallentano l’accesso alle cure e complicano il lavoro del personale sanitario, già chiamato a orari di lavoro spesso sfiancanti».
«Non solo: per i professionisti significa impiegare tempo con carte e documenti, tempo che invece potrebbero usare per assistere meglio i pazienti. Una complicazione burocratica immotivata che si aggiunge a molte altre. Giusto è controllare la spesa delle unità operative, ma il sistema potrebbe essere differente, più semplice e veloce. L’Asl aretina non ha ancora applicato i tetti al budget: il metodo di verifica sulla spesa sanitaria non è a priori ma a posteriori e questo permette al personale sanitario di lavorare con maggiore serenità perché è impossibile sapere prima con precisione quali saranno le patologie che impegneranno un’unità operativa e a quanto ammonteranno le relative spese. Un controllo successivo dei costi ottimizzerebbe il servizio e farebbe sentire gli operatori parte attiva dell’azienda. Perché allora non applicare anche a Grosseto questo sistema? Lo spreco in sanità esiste, ma non riguarda certo il farmaco per curare il cittadino debole e malato: ogni medico prima di prescrivere un medicinale presta attenzione anche alla spesa, ma antepone sempre il bene del paziente».