GROSSETO – «Dopo le rassicurazioni poco convincenti del direttore generale Enrico Desideri in merito alla mancanza dei posti letto all’ospedale Misericordia, sono costretto a intervenire sulla questione come coordinatore provinciale di Forza Italia». A parlare è Sandro Marrini, coordinatore provinciale di Forza Italia.
«Perché i posti letto in ospedale mancano ancora, e a dircelo sono i cittadini e gli stessi operatori del Misericordia, che vivono ormai una quotidiana situazione di profondo disagio. I posti letto “polmone” che sono stati aperti dimostrano come sia reale il problema: risolto alla giornata il disagio, sono stati richiusi. E il problema tende a ripresentarsi. Se la direzione non si deciderà ad aprire definitivamente nuovi posti letto, risolvendo finalmente a Grosseto la situazione di disagio che vive rispetto alle altre due ex Asl di Siena e di Arezzo e che lo vede ai minimi livelli rispetto a tutta l’Italia, il problema non verrà mai risolto».
«Perché allora non intervenire? Forse perché aumentare stabilmente i posti letto comporta anche l’aumento della dotazione organica? Anche su questo Grosseto per anni è stato falcidiato dai tagli indiscriminati da parte delle varie direzioni: mancano gli infermieri, mancano gli operatori sanitari, mancano i medici, mancano i primari. Si mandano avanti unità operative come (ad esempio) Neuroradiologia facendo ricorso indiscriminato alla reperibilità, quando servirebbe una guardia attiva vista la mole di lavoro, l’utilità pubblica e la qualità. Ma aumentare il personale significa anche doversi confrontare con quei 50 milioni di tagli sull’Asl Sudest (200 milioni in tutta la Toscana), 10 dei quali dovrebbero derivare da tagli sul personale. È doveroso parlare anche della nuova ala dell’ospedale Misericordia: in realtà un secondo ospedale. Diffidiamo fin d’ora di scelte organizzative che portino gli operatori a un ulteriore incremento di carico di lavoro, con dispersione delle risorse umane. Un nuovo ospedale prevede nuovo personale. Ci pare di intravedere un nuovo fallimento».
«Non può mancare una considerazione politica. Il direttore generale, il direttore sanitario, il direttore di presidio e numerosi direttori di dipartimento e responsabili di aree organizzative, ruoli ai quali si accede per nomina e non per concorso, hanno partecipato alla cena pre-elettorale del candidato alla Camera dei deputati Leonardo Marras, dimostrando una chiara presa di posizione. A questo punto dovrebbero dimettersi solo per la caduta di stile. Non solo: dovrebbero farlo anche per rispettare il voto dei cittadini che non vogliono più il Pd nella sanità. Un partito che sembra essersi dedicato più agli interessi di pochi che alle reali esigenze dei cittadini, che se hanno un trattamento di qualità lo devono solo al personale sanitario che quotidianamente lavora con passione e competenza, nonostante le difficoltà. Ci rivolgiamo allo stesso presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi che, nonostante la divergenza politica, altre volte si è mostrato super partes e ha saputo prendere le giuste decisioni: intervenga». Conclude.