MASSA MARITTIMA – 120 mila euro, destinati allo studio di recupero del Pozzo Roma, grazie al contributo complessivo di 400 mila euro nell’ambito del progetto “Bellezz@ – recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”.
Il Parco minerario delle Colline metallifere si è aggiudicato il prestigioso contributo nell’ambito del piano del governo del 2016 per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale del paese. Selezionato tra quasi 140 mila segnalazioni, è stato oggetto di un finanziamento di 400 mila euro insieme ad altri 271 in tutta Italia.
Un contributo molto più generoso di quanto l’organico del Parco Nazionale si sarebbe aspettato. Il dossier presentato riguarda, infatti, la struttura del Pozzo Roma. Simbolo della miniera di Gavorrano e parte integrante Parco Nazionale delle Colline Metallifere, ad oggi il Pozzo Roma e i suoi edifici circostanti (la sala argano, le cabine elettriche, i magazzini e gli impianti della laveria) non sono accessibili al pubblico e versano in uno stato di abbandono, ma in un secondo momento potrebbero diventare la meta di un ipotetico giro turistico aperto a tutti.
Ad annunciare la buona notizia Elisabetta Iacomelli, sindaco di Gavorrano. «Questo riconoscimento ci fa estremamente piacere –ha affermato -. Il progetto è stato elaborato dal nostro ufficio cultura, ovvero dal direttore del parco Alessandra Casini. Grazie alla sua conoscenza del territorio ma anche di tutte le progettazioni fatte in passato, ci ha aiutato molto nel risultato. I soldi sono sicuramente tanti e siamo particolarmente contenti che il nostro progetto sia stato scelto tra i numerosi in concorso. E’ ovvio che questo risultato è stato raggiunto solo grazie a un lavoro di rete che caratterizza e valorizza il sistema di Parco minerario nazionale, un valore aggiunto che ci ha consentito di ottenere questo riconoscimento importante».
«Questo riconoscimento –ha aggiunto Lidia Bai, presidente del Parco Nazionale delle Colline Metallifere – testimonia quanto sia importante investire nella cultura di questo territorio. Un modo per farlo è appunto il recupero di beni culturali già esistenti. Pozzo Roma è sicuramente uno dei beni che all’interno del Parco minerario ha un valore particolare. Le risorse stanziate sono anche superiori alle richieste del nostro progetto. Rispetto ai 120 mila euro per il Pozzo Roma, la cifra concessa e così elevata, testimonia anche l’importanza del nostro sistema Parco nazionale che fa parte dei geoparchi dell’Unesco. E’ quindi anche grazie a questa identità nazionale e internazionale che senz’altro ha contribuito a ricevere questo riconoscimento. Inoltre sono convinta che questo percorso di collaborazione tra amministrazioni e sicuramente positivo per tutto il territorio».
«E’ un risultato tutt’altro che scontato – afferma anche Nicola Verruzzi, presidente della comunità del Parco Nazionale delle Colline Metallifere-. Penso sia la prima volta che il Parco nazionale è oggetto di un finanziamento diretto di questa portata. E’ quasi paragonabile a un secondo tempo di rinascita del mondo minerario, soprattutto per Gavorrano, dove per decenni si è vissuto un mondo minerario di espansione enorme e in seguito della sua rapida conclusione, lasciandosi dietro un assordante silenzio rispetto ai decenni di attività invasiva».
La differenza delle risorse (280mila euro) non è stata ancora assegnata a nessun altro progetto all’interno della rete del Parco Nazionale delle Colline Metallifere. Sarà fatta una valutazione di opportunità e istituito una commissione che valuterà come sfruttare al meglio questa specie di ‘esubero di risorse’ che nessuno si sarebbe aspettato in questa misura.
Per quanto riguarda il Pozzo Roma, le linee guida per la ricerca sono già pronte per essere assegnate a un gruppo di ricerca universitario e, così stima Alessandra Casini, fra un paio di anni potrebbe essere concluso il periodo di studio che svelerà nel dettaglio come il sito minerario potrà essere recuperato ai fini culturali.