GROSSETO – Legambiente lancia l’etichetta nazionale che certifica il cibo di qualità, realizzato con energia autoprodotta 100% rinnovabile, in quanto sostenibilità e innovazione, secondo l’associazione, sono la sfida per il distretto agroalimentare Toscana sud.
“Il 2017 è stato l’anno con meno pioggia degli ultimi 200 anni – illustra Legambiente – E questo ha provocato danni economici e ambientali ingenti per il comparto agricolo e anche la Maremma non ne è stata esente. Alla perdita economica si aggiunge quella territoriale, difatti il 21% del suolo italiano è a rischio desertificazione. Uno scenario drammatico provocato dai cambiamenti climatici che occorre arginare attraverso azioni strategiche. L’agricoltura non è solo una vittima di tali cambiamenti, ne è anche fautrice attraverso l’utilizzo di pratiche scorrette, infatti ad essa sono riconducibili un quarto delle emissioni clima alteranti (80% della filiera agro-zootecnica). È per questo motivo che l’agricoltura deve dare un contributo fondamentale nella tutela degli ecosistemi e nel contrasto ai cambiamenti climatici e alle gravi emergenze ambientali”.
“Occorre avviare un percorso che abbia come asse principale la sostenibilità, rispecchi le esigenze dei territori e nello stesso tempo utilizzi al meglio gli strumenti tecnologici e innovativi a disposizione – dichiara Angelo Gentili responsabile Nazionale Agricoltura Legambiente – E’ Fondamentale lanciare un modello agricolo attento alla complessità degli ecosistemi naturali e che al tempo stesso sia in grado di innovare, sperimentando nuove tecnologie attraverso ricerca e sviluppo, utilizzando varietà autoctone che si adattino di più ai cambiamenti del clima, attingendo ad antichi saperi della cultura rurale e realizzando processi partecipati nei territorio garantendo cibo sano a filiera corta per i consumatori. E la Maremma e la Toscana del sud, in questo senso, possono rappresentare ancora una volta un esempio nazionale. Dal Treno Verde, che ha sostato a Grosseto come unica tappa in Toscana, è emerso con chiarezza come il Distretto agroalimentare della Toscana Sud, con il coordinamento della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno e la collaborazione fattiva della Regione Toscana e degli enti locali, abbia tutte le carte in regola per divenire un vero e proprio laboratorio di sperimentazione che coniughi innovazione e ricerca all’interno di un modello di sostenibilità dal punto di vista agricolo che tuteli il territorio e garantisca le filiere alimentari tradizionali”.
I contadini, secondo Legambiente, sono veri e propri presidi territoriali e rappresentano oggi gli alleati migliori per rispondere con efficacia e determinazione alle attuali sfide ambientali “La Maremma – chiarisce l’associazione – ha una vocazione e delle caratteristiche che la rendono terreno fertile per sviluppare con determinazione un percorso che diffonda agricoltura biologica, utilizzi varietà autoctone e meno idroesigenti, garantisca, anche attraverso l’agricoltura di precisione, un forte abbassamento degli input energetico idrico è chimici in ambito agricolo”.
“Per questo abbiamo deciso di creare un’etichetta nazionale che certifichi il cibo di qualità, realizzato con energia autoprodotta 100% rinnovabile – conclude Gentili – il progetto,presentato sul Treno Verde a Grosseto, punta a creare una rete territoriale di produttori che hanno fatto della sostenibilità il caposaldo del loro lavoro, una rete che può contribuire ad invertire il paradigma del comparto agricolo nel nostro Paese e che vede in numerose aziende agricole maremmane le migliori attuatrici di comportamenti virtuosi e buone pratiche che coniugano agricoltura di qualità con efficienza ed energie rinnovabili. Questo è il modello agricolo che guarda all’ecologia ed alle esigenze dei consumatori che può garantire economia competitività ed occupazione nell’ambito del distretto agroalimentare Toscana sud”.