GROSSETO – Dopo latte, latticini, pasta e riso, entra in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei derivati del pomodoro. Con la firma odierna del decreto da parte dei ministri Martina e Calenda, infatti, d’ora in poi le etichette di sughi, salse, conserve e concentrati dovranno riportare da dove provengono i pomodori utilizzati per produrli.
«Senza usare toni trionfalistici – sottolinea Luca Sani, presidente XIII commissione Agricoltura e candidato PD nel collegio proporzionale Gr-Si-Ar – è però giusto sottolineare che si aggiunge un altro tassello determinante alla strategia di valorizzazione del made in Italy agroalimentare. Strategia alla quale il ministero dell’Agricoltura ha lavorato con grande tenacia, in sintonia con la maggioranza in Commissione agricoltura e nel Parlamento».
«Il pomodoro da industria, d’altra parte, è una coltura molto diffusa in Maremma ed una fonte di reddito per molte aziende agricole, che conferiscono il prodotto all’impianto di “Conserve Italia” ad Albinia o a quello di “Petti” a Venturina. Grazie all’entrata in vigore del nuovo decreto il tessuto produttivo locale e le imprese di trasformazione avranno una chance in più per valorizzare in termini di marketing i propri prodotti di qualità».
Il provvedimento introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso. Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
LE NOVITÀ DEL DECRETO
Il provvedimento prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
- a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
- b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi non UE, Paesi UE e non UE.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
Oltre l’82% degli italiani considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per i derivati del pomodoro. Sono questi i dati emersi dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.