GROSSETO – Nell’ultimo anno in Maremma sono nate 424 nuove imprese artigiane, mentre altre 430 aziende dello stesso comparto hanno chiuso. Il 2017 segna una dinamica stabile in provincia di Grosseto: la Maremma non è del tutto fuori dalla recessione, ma si cominciano a percepire piccoli segnali di ripresa.
Nel Grossetano risultano registrate – dato aggiornato a fine 2017 – 5.749 aziende artigiane: la natalità-mortalità d’impresa determina un saldo stabile (-0,1%). Rispetto ad altri territori la Maremma riesce a resistere, ma la strada da fare è ancora in salita.
«Le notizie che ci arrivano dagli studi nazionali di Confartigianato – commenta Mauro Ciani, segretario generale dell’associazione grossetana – non sono negative, e già questo per la nostra provincia è un buon risultato. Dal 2016 nel nostro territorio il saldo tra natalità e mortalità delle imprese è piuttosto stabile: dati che ci confortano, perché stiamo finalmente uscendo da una crisi devastante che ha caratterizzato gli ultimi anni. La strada da fare, però, è ancora in salita. E la chiave di volta in questo momento è sicuramente l’appoggio delle istituzioni alle piccole e medie imprese, motore portante dell’economia non solo maremmana ma nazionale. Le elezioni politiche del 4 marzo dovranno necessariamente segnare un punto di partenza: il nuovo governo avrà l’obbligo di tenere bene in considerazione le esigenze dell’imprenditoria, facilitando la burocrazia e sistemando la questione appalti, rendendo così meno gravosi i compiti da assolvere per le imprese. Per quanto riguarda la Maremma, ancora una volta ribadiamo la necessità di puntare sull’export: che sia turismo, enogastronomia o altri prodotti tipici, dobbiamo riuscire ad aprirci ai mercati internazionali. Sono queste le sfide che ci attendono, dobbiamo saperle cogliere e nel contempo avere la possibilità di farlo».
I dati del 2017 della provincia di Grosseto sono ancora più positivi se letti in comparazione con quelli di altre zone: al 31 dicembre 2017 le imprese artigiane registrate in Italia erano 1.327.180, con 80.836 iscritte (pari a un tasso d’iscrizione del 6,0%) e 92.265 cessate non d’ufficio (pari a un tasso di cessazione del 6,9%).
La natalità-mortalità di impresa, dunque, determina a livello nazionale un saldo negativo di 11.429 unità (tasso di crescita del -0,9% dato dal rapporto percentuale tra la differenza tra quelle iscritte e cessate non d’ufficio nell’anno e quelle registrate a inizio 2017, in miglioramento rispetto al -1,2% dell’anno precedente, che rappresenta il dato migliore degli ultimi sei anni). «Pur in un contesto ancora selettivo – continua il segretario Mauro Ciani – va sottolineato che, tenuto conto delle 260 giornate all’anno in cui è possibile registrare un’impresa, nel corso del 2017 sono nate 311 aziende artigiane al giorno. La dinamica del nostro comparto si inserisce in un contesto di ripresa che però deve ancora consolidarsi». L’analisi dei dati settoriali mostra come il calo complessivo dello 0,9% delle imprese artigiane sia determinato prevalentemente dalla dinamica negativa delle aziende dei settori costruzioni (-1,3%) e manifatturiero (-1,2%), mentre nei servizi – il primo comparto dell’artigianato per numero di occupati (37,5% del totale) – si registra una sostanziale tenuta (-0,2%).