MONTE ARGENTARIO – «Siamo infuriati e senza parole» così Giuseppe Trombì, candidato alla segreteria dell’Unione Comunale del PD di Monte Argentario commenta la situazione a Monte Argentario. «Sono candidato unico e portavoce dei settanta nuovi tesserati del PD di Monte Argentario e di diverse altre persone che hanno manifestato il desiderio di iscriversi e di partecipare ad un rinnovato percorso del Partito, persone a cui è stata però più volte negata la tessera».
«A settembre, in vista del rinnovamento degli organi direttivi del PD argentarino che, oramai da tempo, appariva stanco e logoro, oltre che ripetutamente battuto e perdente, abbiamo aderito con entusiasmo ad una idea di rilancio che riguardasse il partito sia a livello del nostro promontorio che a livello nazionale – prosegue Trombì -. Sì, perché ci chiediamo quale possa essere il risultato del Partito democratico, a livello comunale, in relazione alle prossime elezioni politiche nazionali se non si farà chiarezza e la democrazia non sarà ristabilita. Inspiegabilmente, segretari e direttivo hanno reagito con una chiusura che a noi e, siamo sicuri, a molti altri, appare incomprensibile se non sospetta».
«Ci chiediamo cosa ci sia da difendere e da blindare in un partito, in una classe dirigente, che ha assistito al commissariamento del nostro Comune e che ha perso in maniera incommentabile le ultime due elezioni amministrative. Si può forse definire “un Partito” quello che rifiuta e respinge nuovi tesserati – chiede Trombì -? A questo punto chiediamo al PD provinciale e regionale: cosa succede? Chiediamo come sia possibile che, invece di accogliere così tante energie fresche e motivate, si faccia in modo che queste, composte da persone che hanno voglia di contribuire al bene del partito, pensino che la politica sia una cosa da lasciar perdere e da scansare? È forse il timore o la certezza di perdere sul Partito appunto, supremazia e controllo?»
«Adesso ripetiamo: la pazienza è finita. Probabilmente il nostro silenzio, la nostra fiducia nei tempi fisiologici e nei metodi democratici, sono stati scambiati per debolezza o per scarsa determinazione. Da lunedì, però, il nostro civile silenzio si trasformerà in civile ma rumorosa protesta. Questa inerzia per noi non è più tollerabile. Da domani cominceremo con l’organizzare un pacifico sit-in di protesta, davanti alla sede del partito di Monte Argentario, in via Panoramica, a Porto Santo Stefano, con presenza di stampa e televisione. Esigiamo, come tesserati PD, che la democrazia sia rispettata, visto che le nostre tessere sono state convalidate dagli organi di garanzia, sia in sede provinciale che in sede regionale. Nulla chiediamo se non democrazia».
«E poi, paradossalmente, pur rappresentando appena poco più di un terzo degli iscritti ed essendo delegittimati dal commissariamento e dal mai celebrato Congresso, gli attuali ex dirigenti del PD di Monte Argentario continuano a rilasciare interviste sulla stampa locale, parlando abusivamente a nome di tutto il Partito. Certo, ciascuno ha un suo senso della dignità. Sarebbe stato decisamente più dignitoso rimettersi alle decisioni del segretario provinciale del PD ed a quello regionale e consegnare simbolicamente nelle loro mani la chiave della sede». Conclude.