GROSSETO – «La nostra amata Grosseto viene associata negli ultimi mesi solo e soltanto alle parole sicurezza, degrado, baby gang, immigrati, così si legge nelle interviste rilasciate dagli attuali amministratori comunali di centro destra». A parlare è Stefano Rosini, segretario Pd del circolo Pace di Grosseto.
«Gli stessi assessori, che fin dalla campagna elettorale delle elezioni comunali del giugno 2016, si riempivano la bocca con soluzioni mirabolanti a questi problemi, da due anni a questa parte, quegli stessi problemi sono l’amaro quotidiano di tutti coloro che risiedono nei quartieri periferici del capoluogo maremmano, nelle frazioni completamente dimenticate ma anche e soprattutto dei commercianti del centro storico. Chi ha la delega alla “sicurezza” della nostra città opera a tastoni ma qualche mese addietro vantava come soluzioni il controllo quotidiano delle vie di Grosseto grazie all’assunzione in organico di nuovi agenti della Polizia municipale attrezzati di spray urticante e manganello, per non parlare di cavalli e cani, cinofili ma se oggi chiedete ad un qualsiasi grossetano, che cammina per piazza della vasca, oppure in viale Emilia: “Ma i vigili?” la risposta sarà uno sguardo interdetto».
«Sono state tolte le panchine nelle zone fuori le mura pensando di far allontanare da porta Corsica chi chiede l’elemosina ed è stata un’idea fulminante e risolutiva? No, anzi questa gran pensata oltre ad un’azione irrisoria non ha messo in fuga nessuno. Ultima, l’attivazione della figura del vigile di quartiere, sulla falsa riga di quanto, nei venti anni di governo nazionale del Cavaliere doveva essere realizzato, ovvero il poliziotto di quartiere: un fallimento manifesto. Allora viene da pensare, è difficile governare una città come Grosseto?”»
«Sembra proprio di sì se a prendere le decisioni per la nostra comunità sono amministratori miopi e politici incompetenti, che hanno saputo solo condurre una campagna elettorale all’ insegna di slogan e spot, illudendo tanta gente che ha creduto in quello che veniva detto loro mentre sventolavano la bandiera della paura. Passate le elezioni comunali del 2016, chi ha vinto è giustamente rimasto sul carro del vincitore ma furbescamente è sceso da quello mediatico, dimenticando problemi e facce, ma quei visi sono di cittadini arrabbiati che non dimenticano anzi ricordano molto bene».
«Grosseto non è il Bronx, non è la periferia degradata di qualche grande città metropolitana, ha problemi e criticità anche ataviche, ma è sostenuta da una comunità di uomini e donne che amano il luogo dove sono nati e dove vogliono far crescere i propri figli, pronti a sostenere anche sacrifici, se questi saranno utili a migliorare il “salotto buono” della propria città; se camminare in primavera sulle Mura sarà possibile e piacevole, anche senza squadre di butteri a cavallo, se una strada del quartiere Pace verrà chiusa al traffico per alcuni giorni, a seguito del totale rifacimento del manto stradale e non di piccoli insignificanti rattoppi sull’ ennesima buca, se gli alberi di pino pericolosi dovranno essere abbattuti ma sostituiti con nuove piante di quercia o magnolia».