GROSSETO – Articolo Uno Mdp conesta la manifestazione organizzata dal Blocco studentesco contro l’iniziativa sulla Costituzione, ospitata all’istituto Fossombroni di Grosseto nei giorni scorsi.
«La deriva filofascista nella città di Grosseto sta assumendo proporzioni veramente preoccupanti, come preoccupante è la scarsa conoscenza della storia d’Italia da parte di chi si riempie la bocca di retorica vuota camuffandola da amor patrio. Lo striscione appeso dal direttivo regionale del blocco studentesco, purtroppo, è solo uno degli ultimi esempi».
«A parlare di costituzione a Grosseto c’era Carlo Smuraglia, presidente dell’ ANPI.
Chi meglio di un uomo che, rischiando la propria vita da Partigiano, ha consentito che la costituzione stessa potesse esistere? Questi ragazzi poco informati e, evidentemente, ispirati da adulti che sui libri hanno passato ancora meno tempo di loro, avrebbero bisogno di leggere di più e scrivere meno sciocchezze, specialmente se poi intendono attaccarle a una ringhiera».
«Parlare poi di “finti partigiani” parlando di Smuraglia vuol dire non essersi neanche presi la briga di cercarne il nome su Wikipedia, sarebbe infatti stato sufficiente un minuto per sapere dove e quando ha combattuto. Come, peraltro, sarebbe bastato per scoprire che oltre a essere un partigiano verissimo è anche stato un giurista, avvocato e docente universitario di assoluto valore, proprio la categoria di persona che (secondo loro) avrebbe dovuto parlare al posto suo. Se questo ulteriore rigurgito fascisteggiante è fonte di amarezza per chiunque abbia a cuore non solo la costituzione, ma la stessa Repubblica Italiana nata dalla resistenza e dal sacrificio di tanti patrioti che sono morti per liberarla, non può essere una sorpresa».
«La manovra di sdoganamento del fascismo (e dei fascisti) è in atto in questa città ormai da tempo fra ronde, striscioni e carnevalate davanti alla prefettura senza che nessuna istituzione cittadina abbia fatto o detto nulla a riguardo. In tutto questo il sindaco, che doveva essere civico e per l’amore universale, non è ancora riuscito a trovare la giusta occasione per definirsi antifascista. Immagino che non ci riesca neanche stavolta».
«Questo territorio però ha pagato un prezzo di sangue altissimo alla barbarie fascista: da Maiano Lavacchio a Niccioleta, da Roccalbegna a Manciano, e quei morti non sono morti “virtuali” ma uomini e donne fatti di carne e sangue, morti per mano di criminali fascisti ai quali oggi qualcuno vorrebbe anche rendere onore. Chi ogni anno indossa la fascia tricolore, che della repubblica antifascista è il simbolo più alto, per commemorarne le vittime innocenti avrebbe perlomeno il dovere di dirci da che parte sta. Con l’ANPI o con i fascisti?»