GROSSETO – «Se qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che il degrado di una città si misura anche attraverso il livello di fatiscenza delle sue aree pubbliche, osservando le condizioni dei marciapiedi del quartiere di Gorarella non può che averne una ulteriore conferma». Il segretario del circolo del Pd di Gorarella, Giuseppe Conti, parla della situazione nel quartiere.
«In molti punti del quartiere è quasi impossibile camminare negli spazi riservati ai pedoni, che assomigliano sempre più a veri e propri percorsi ad ostacoli – prosegue il Pd -. Il manto superficiale di asfalto risulta sgretolato e in alcune zone totalmente assente, costituendo un serio pericolo per quanti si trovano a transitare sui marciapiedi. Va peggio in altre aree dove, da mesi, alcuni spezzoni di pavimentazione rappresentano dei pericoli vaganti soprattutto per bambini ed anziani per non parlare dei disabili obbligati spesso a percorsi tortuosi o a trovare soluzioni alternative a quella che dovrebbe essere definita la “mobilità urbana accessibile”».
«Oltre al degrado quindi, anche problemi legati alla sicurezza dei cittadini, basti pensare alla zona antistante il plesso scolastico di via Giotto, proprio nel luogo dove è più alta la presenza di bambini ed anziani, si riscontra una delle maggiori situazioni di degrado – sottolinea Conti -. Una situazione insostenibile la cui soluzione non è più procrastinabile considerato che con il passare del tempo e la totale assenza di manutenzione ordinaria, la situazione peggiora a vista d’occhio. Vi è inoltre un aspetto che il sindaco Vivarelli Colonna evidentemente sottovaluta o sottace, quello dei costi sociali che eventuali risarcimenti dei danni a seguito di inciampi, cadute e distorsioni ricadrebbero sulle casse comunali, visto che tutte queste insidie e veri e propri trabocchetti, oltre ad essere in taluni casi poco visibili, sono anche privi di adeguate segnalazione di pericolo».
«Non vogliamo fare la Lista della spesa al primo cittadino, il quale, tra un selfie e l’altro, sicuramente avrà avuto modo di verificare la situazione in cui versa il nostro quartiere e quali sono le zone maggiormente disagiate. Gli chiediamo però di applicare uno strumento a lui ancora sconosciuto: la programmazione. Programmare, dal punto di vista economico, tecnico e temporale, degli interventi di manutenzione straordinaria dei marciapiedi e di tutte le aree destinate ai pedoni, iniziando ovviamente dalle situazioni più critiche, quelle che necessitano di intervento immediato, in ossequio ad un altro strumento ancor più sconosciuto al nostro primo cittadino: la priorità».
«I cittadini così avranno modo di sapere quando i marciapiedi del quartiere verranno sistemati e sarà più facile per loro sopportare il disagio temporaneo se in prospettiva potranno vedere una qualche soluzione del problema, anche se questo non dovremmo essere certo noi a dirlo ad un Sindaco che si dichiara da sempre attento alle esigenze della città – afferma il segretario del circolo di Gorarella -. Sindaco prenda un impegno ufficiale con i cittadini di Gorarella per migliorare il loro quartiere e la nostra città, non si esima perché le ricordiamo che il primo responsabile della condizione di salute della popolazione e del suo territorio, è proprio il sindaco».
«Se lo farà, magari senza propaganda da campagna elettorale ma con atto pubblico da parte della Giunta o degli Uffici competenti da mostrare alla cittadinanza, allora si che potrà farsi il vero primo selfie gradito a tutti gli abitanti di Gorarella, noi compresi, che su quei marciapiedi ci passiamo tutti i giorni. Sarò ben lieto di ospitarla nella sede del nostro Circolo dove potrà presentare il suo programma dei lavori alla cittadinanza con indicate le vie interessate, le date e gli importi degli interventi e magari insieme, farci un bel selfie ricordo. Proposta o guanto di sfida? Faccia Lei, saremmo ben contenti di perderla questa sfida, a noi interessa soltanto avere un quartiere più bello e fruibile in totale sicurezza da parte di tutti e questo dovrebbe essere un obbiettivo primario per un Sindaco. Noi siamo pronti – conclude Conti – e lei?».