NATALE 1943. In questo periodo essendo costretto in casa e per lo più a letto, cerco di navigare con la memoria e mi è venuto in mente il natale 1943. In quella occasione gli occupanti di un capanno alla macchia dove convivevano 4 giovani renitenti alla chiamata alle armi della repubblica fascista (i vicini Campatelli, mio fratello ed un marinaio sardo che aveva disertato dalla base navale di Taranto ed era finito da noi) decisero che il giorno di Natale avrebbero pranzato in famiglia. Cosa che avvenne regolarmente con le dovute cautele di allerta. Riflettiamo un attimo sul rischio corso per festeggiare in famiglia il Natale.
Queste cose, anche se piccole, andrebbero raccontate a quei giovani che in questi giorni abbiamo visto in tv sfilare in saluti ed emblemi fascisti. In parte mi facevano anche pena. Certo bisogna impedire che facciano quelle pagliacciate, ma la battaglia per la democrazia si vince con un paziente lavoro sul terreno culturale.