FIRENZE – L’acronimo è “Mobidic”. Sta per “Modello di bilancio idrico distribuito e continuo”, quello alla base del nuovo e avanzato studio sul bilancio idrico dell’Amiata che è stato illustrato in Regione alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini e dei sindaci dei Comuni amiatini.
Realizzato dal professor Castelli e dall’ingegner Ercolani del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze e dall’ingegner Caparrini di Euomechanos ricerche per l’ingegneria, lo studio “rappresenta – ha detto l’assessore Bramerini – un momento di svolta nella valutazione dell’idrogeologia dell’Amiata, perché da ora in poi si potrà avere un aggiornamento costante della dinamica dell’acquifero superficiale con i nuovi dati che si renderanno via via disponibili”.
Utilizzando i dati meteoclimatici dagli anni ’60 fino al 2010, il modello Mobidic ricostruisce l’andamento nello spazio e nel tempo dell’umidità del suolo, dell’evapotraspirazione, delle portate dalle sorgenti e nei torrenti, dei livelli di falda e dei flussi idrologici che la ricaricano. La ricostruzione trova ampio riscontro sia nelle misure nei pozzi e nei torrenti effettuate per verifica dai servizi regionali, sia nelle immagini satellitari della vegetazione e della copertura nevosa.
“Le fluttuazioni climatiche – spiega Castelli – hanno fortemente influenzato l’alternanza di lenti abbassamenti e innalzamenti della falda freatica che alimenta le principali sorgenti della zona. La ricostruzione, oltre a confermare tale ipotesi e ad identificare la distribuzione delle piogge come fattore dominante, quantifica in dettaglio come l’andamento della falda dipenda non solo dall’ammontare totale delle precipitazioni, ma anche dal loro accumulo in forma di neve e dal consumo idrico della vegetazione alle diverse quote. Una valutazione ancora più precisa potrà essere fatta con i nuovi dati che potranno alimentare il modello”.
Alcuni dati conseguiti dallo studio di particolare interesse scientifico, sono già stati presentati durante il congresso annuale della European Geosciences Union svoltosi a fine Aprile a Vienna. Con oggi si apre una fase che permetterà di valutare l’andamento della falda acquifera dell’Amiata in modo costante, sempre più preciso e raffinato e di verificare anche le risposte ai cambiamenti climatici di un territorio che naturalmente si configura come una sorta di laboratorio sperimentale sulle mutazioni del clima. Lo studio sarà pubblicato, come tutti gli altri, nel sito internet della Regione Toscana.