MASSA MARITTIMA – Due giornate di confronti interdisciplinari sui cambiamenti che hanno interessato la Toscana nel XIV secolo, indagati attraverso lo studio di monete e zecche, al convegno organizzato lo scorso fine settimana dal Comune di Massa Marittima, nell’ambito della ricorrenza del settimo centenario del Grosso massetano. Molti i relatori di rilievo, anche internazionale, che hanno partecipato, tra i quali la più grande esperta di numismatica e monete medievali d’Italia, Lucia Travaini, dell’Università di Milano che in apertura della prima giornata si è concentrata sugli aspetti simbolici della monetazione e in modo particolare sull’iconografia e ha spiegato come un chiaro esempio si rilevi proprio nel Grosso, in cui è raffigurato San Cerbone, come prova evidente del forte valore identitario che la città di Massa attribuiva alla moneta nel momento di forte turbolenza politica che caratterizzava la Maremma del Trecento.
La seconda giornata si è aperta con l’intervento di Amedeo Feniello, storico del Medioevo e commentatore de Il Sole 24 Ore, che ha spiegato come la grande crisi demografica, economica e finanziaria del Trecento causata da peste nera, mutamenti climatici e logiche di mercato inefficienti, abbia portato la modernità nel territorio toscano, risollevandolo attraverso l’introduzione dei concetti di integrazione dei mercati e di specializzazione produttiva e grazie alla nascita degli attuali modelli di holding e di istituto bancario ben organizzato. Entrando poi nello specifico dei mutamenti che hanno interessato Massa Marittima è intervenuto, tra gli altri, l’archeologo Alessandro Fichera che ha esposto i risultati degli scavi archeologici svolti in occasione dell’ultimo intervento di restauro della cinta muraria cittadina. Qui sono emersi i resti ben conservati di una parte dell’insediamento urbano del ‘200 fino ad ora sconosciuto. Si tratta di perimetri e pavimentazioni che testimoniano l’esistenza di un abitato con case e botteghe.
A questo insediamento fa riferimento anche Marco Paperini che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza delle trasformazioni socio economiche della fine del Trecento in Maremma: “qui, a differenza di quanto avvenuto nel resto della Toscana- ha spiegato- si è verificata in quel periodo storico una forte rottura, tanto che la struttura di questo territorio nel XV secolo è la stessa che ritroviamo nel Catasto leopoldino di inizio Ottocento. A Massa Marittima in particolare, la popolazione passò da circa 10.000 abitanti nel XIV secolo a 2.500 in quello successivo fino ad arrivare a 600 abitanti nel XVII.
Credo che questo possa attribuirsi al forte ridimensionamento dell’insediamento urbano anche a seguito delle violente lotte di fazione (tra Cittavecchia filo pisana e Cittanuova filo senese) che determinarono la vita politica ed economica della città nel XIV secolo. Capire le dinamiche di questa lotta politica significa comprendere anche i mutamenti socio economici della città, così come avvenne del resto in tutta la Toscana, aspetto ben evidenziato dagli atri studiosi partecipanti al convegno”. Il Sindaco di Massa Marittima, Marcello Giuntini ha salutato i relatori e il pubblico presente in apertura della prima giornata di studio, sottolineando la volontà dell’Amministrazione di favorire occasioni di confronto tra esperti e di costituire un centro aperto alla ricerca e alla formazione.