GROSSETO – Nella provincia di Grosseto il comparto dell’edilizia ha un grande impatto economico. L’attuale sistema ha delle peculiarità e delle criticità. «Da un lato l’esperienza virtuosa degli enti bilaterali come la cassa edile, la scuola edile ed il comitato paritetico forniscono risorse, formazione e cultura della sicurezza – affermano Cgil Cisl e Uil -. Il loro impatto nella vita quotidiana è caratterizzante per ogni operaio edile e per ogni impresa edile. Da circa un anno un milione e mezzo di lavoratori sono senza contratto e nella provincia di Grosseto sono circa 2500 operai».
La FILLEA CGIL, la FILCA CISL e la FeNEAL UIL inizieranno una campagna di assemblee nei cantieri «per preparare gli operai ad una eventuale mobilitazione generale del settore che avverrà se non rinnoveremo i contratti entro novembre. Gli aspetti rivendicativi sono molto importanti per il salario e per i diritti ma gli aspetti normativi possono avere un impatto positivo e propulsivo per il rilancio del settore».
«Sono necessarie intese per l’applicazione del CCNL dell’edilizia nella logica del contratto di cantiere. Nella nostra provincia assistiamo ad un dumping contrattuale, una vera e propria fuga dal contratto. Assistiamo da tempo a forme di scorrettezza verso i lavoratori in primis e in seconda battuta verso le aziende in una concorrenza sleale. Nella provincia di Grosseto abbiamo delle anomalie apparentemente incomprensibili. Nella zona ippodromo a Grosseto un’azienda che costruisce applica il contratto dei multiservizi, per capirsi un contratto che viene utilizzato per lavori di pulizia e piccole manutenzioni».
«Un’altra azienda di Grosseto che partecipa e si aggiudica appalti pubblici nonché effettua ristrutturazioni di facciate di pura edilizia che applica il contratto in cantiere delle autorimesse e noleggio auto. Altre aziende che si sono occupate di lavori per contrastare il dissesto idrogeologico che hanno applicato il contratto dell’agricoltura».
«Potremmo continuare con montatori di ponteggi che applicano il contratto metalmeccanico. Tutto questo, unito ad un innalzamento del lavoro a nero, non rende giustizia al nostro settore – prosegue la nota dei sindacati -. I dati aggregati non prendono in considerazione queste realtà che hanno un impatto rilevante sul lavoro che c’è e non appare. Il non applicare il contratto edile ha in sé un rischio anche sulla sicurezza mancando la formazione dei nostri enti bilaterali, vanificando tutti i nostri sforzi per contrastare le morti sul lavoro e innalzare il livello della sicurezza con le visite in cantiere».
«Vorremmo anche sposare un’esperienza molto positiva per la legalità e eliminare un po’ di burocrazia. Il cartellino di riconoscimento, già obbligatorio nel settore edile, va potenziato e permettere in tempo reale le informazioni sulle presenza e le ore lavorate in cantiere. A Firenze il progetto ha avuto molto successo. L’obiettivo è quello di raggiungere le 100 assemblee per informare tutti i lavoratori entro Novembre, in assenza di risposte andremo avanti con la mobilitazione del settore».