GROSSETO – Da un po’ di tempo le cronache raccontano con sempre maggiore frequenza di episodi di bambini ‘dimenticati’ in auto da parte dei genitori. Spesso tali episodi hanno esiti tragici, per lo più conseguenti a fenomeni di ipertermia (colpo di calore), solo che si consideri che all’interno di un abitacolo collocato sotto il sole la temperatura, anche in breve tempo, può salire in modo considerevole.
Gli esperti spiegano che, al di là dei casi di genitori puramente negligenti (quelli che ‘per sbrigare una commissione’ volontariamente lasciano in auto i bambini per un tempo più o meno lungo), spesso questi episodi sono da ricondurre a fenomeni di ‘amnesia dissociativa temporanea’. Può capitare non solo a causa di eventi traumatici, ma anche per un periodo caratterizzato da forti condizioni di stress, stanchezza e mancanza di sonno, a cui si associa la routine quotidiana. Si tratta come una sorta di ‘buco nero’ nella memoria, che porta ad essere convinti di aver compiuto delle azioni abitudinarie quando in verità non le abbiamo fatte, come nel caso del genitore sicuro di aver portato la propria bambina o il proprio bambino all’asilo, quando invece purtroppo è ancora in auto, legato al seggiolino.
«Per evitare il verificarsi di simili fenomeni, e le tragedie che spesso ne conseguono, possono essere adottate alcune buone pratiche: sia individualmente (mediante l’installazione sull’autovettura di appositi sistemi di allarme, oppure prendendo l’abitudine di riporre la borsa nel sedile posteriore), sia attraverso la collaborazione delle famiglie e dei servizi educativi per l’infanzia». Affermano i consiglieri comunali Carlo De Martis (capogruppo Lista Mascagni) e Rinaldo Carlicchi (capogruppo Passione per Grosseto).
«In particolare la collaborazione delle famiglie e dei servizi educativi per l’infanzia può rivelarsi preziosa, e qui sta l’obiettivo della mozione che abbiamo presentato e che sarà discussa il prossimo venerdì dal Consiglio comunale – affermano i due consiglieri -. Proponiamo infatti che il Comune, di concerto con il personale educativo, adotti un semplice protocollo di verifica rispetto alle bambine ed ai bambini che risultino assenti, prevedendosi che le famiglie avvisino tempestivamente il servizio (nido d’infanzia/scuola dell’infanzia) in caso di assenza dei figli e, in difetto, il personale del servizio contatti la famiglia allorché riscontri l’assenza di una bambina o di un bambino».
«Si tratta di un modello estremamente semplice, già adottato in altri comuni e (ovviamente) a costo zero, che magari non risolverà il problema nella sua totalità, ma certo potrà contribuire a scongiurare il ripetersi di certi episodi, dando maggiore serenità alle famiglie, allo stesso personale educativo e, soprattutto, ai più piccoli».