GROSSETO – “Cultura, alla luce degli eventi ultimi che l’hanno interessata, è, a mio giudizio, un segnale incoraggiante rispetto all’interesse che la cultura continua a generare sul nostro territorio. E’ altresì un’occasione importante perché dà a tutti noi lo spunto per riflettere insieme sulle finalità che la Fondazione potrà avere nell’immediato futuro”. A scriverlo è don Roberto Nelli, direttore ufficio cultura diocesi di Grosseto.
“Anche la Chiesa di Grosseto – aggiunge Nelli – per il suo diversificato e costante impegno che mette anche in questo campo pastorale, è interessata a che la Fondazione, con la quale i rapporti sono stati sempre improntati ad una fattiva collaborazione, possa configurarsi sempre di più e sempre meglio come il soggetto che promuova, valorizzi e favorisca tutta la “produzione” culturale nella nostra città. Tre parole, tre atteggiamenti fondamentali, affinché la Fondazione sia percepita da tutti coloro che, nei modi e nelle forme più disparate, fanno cultura, come uno strumento per tutti e a servizio di tutti.
Caratteristica peculiare della cultura, d’altra parte, è quella di non poter essere imprigionata in schematismi, in appartenenze, in parzialità. La cultura è invece strumento per liberare l’uomo, la sua intelligenza, la sua sensibilità, la sua creatività, la sua interiorità e per far emergere diversi sguardi e punti di vista nell’osservazione della realtà. Allo stesso modo, una istituzione come la Fondazione può davvero essere il punto di incontro e di congiunzione fra tante e differenti sensibilità che animano il territorio. Ecco perché il dibattito di questi giorni può aiutare tutti a valorizzare questo importante strumento di coordinamento e di stimolo alla produzione culturale.
Promuovere, valorizzare, favorire: sono tre atteggiamenti indispensabili perché cresca sempre più la capacità di dialogo fra istituzioni e soggetti culturali e tutti coloro che fanno cultura si sentano parte di un processo virtuoso, volto al risveglio, alla crescita, al rafforzamento di un fermento culturale cittadino, che alimenti lo sviluppo – anche economico, oltre che umano – di una comunità intera.
La Fondazione ha la responsabilità di gestire autorevoli istituzioni e spazi culturali, che molto significano anche per l’identità stessa della Città, e dove vi lavorano professionisti di indubbia qualità. E’ un patrimonio che merita tutto il nostro rispetto e che, a mio giudizio, non è e non ha bisogno di agire come un soggetto culturale in più accanto ai molti già esistenti sul territorio, ma può invece configurarsi sempre più efficacemente come il motore di una fitta rete di realtà culturali che, in tanti ambiti, si muovono, spesso tra mille sacrifici, per fare cultura.
Promuovere, valorizzare, favorire cultura: questo è ciò di cui c’è più bisogno in questo tempo storico. Ed ecco che, di fronte alla necessità di individuare una personalità che possa ricoprire l’incarico di presidente della Fondazione, mi permetto di avanzare una proposta all’Amministrazione comunale: perché non arrivare alla scelta del futuro presidente dopo aver avviato un sondaggio fra i tanti soggetti accreditati a fare cultura nella nostra città, in un dialogo schietto sulla mission futura della Fondazione, a cui tutti sembrano guardare con grande attesa e grande attenzione?”.