GROSSETO – «Le improvvise dimissioni di Francesco Mori dalla presidenza della Fondazione Grosseto Cultura (per non meglio precisati impegni esterni, sic) certificano l’ennesimo fallimento dell’attuale amministrazione comunale, incapace di farsi portatrice di una politica culturale degna di questo nome». È il commento di Lorenzo Mascagni, capogruppo lista PD – Carlo De Martis, capogruppo lista Mascagni Sindaco – Rinaldo Carlicchi, capogruppo lista Passione per Grosseto in merito alle dimissioni del presidente della Fondazione Grosseto cultura.
«Dopo la breve e infelice esperienza della presidenza Chigiotti che inaugurò il nuovo corso dell’amministrazione Vivarelli Colonna – prosegue l’opposizione -, la parentesi della presidenza Mori, di poco più lunga, è stata, se possibile, ancora più infelice».
«In pochi mesi, talmente pochi che si contano sulle dita delle mani, la ‘seconda scelta’ del sindaco è riuscita a mortificare quel patrimonio artistico, culturale e, non ultimo, relazionale che la Fondazione aveva accumulato in quasi dieci anni di lavoro, su tutte interrompendo quell’esperienza straordinaria che era stata la Città Visibile e cancellando, per biasimevoli e personalissime ragioni ideologiche, un evento prestigioso come il Premio Monicelli – continuano i consiglieri -. Tutto questo per ingessare la Fondazione nel tentativo di realizzare eventi di dubbia qualità, oltre che privi di alcuna sostenibilità economica, e difatti miseramente naufragati. Il ricordo, non senza qualche brivido, corre alla fantomatica mostra da affidare alla curatela di Vittorio Sgarbi, piuttosto che all’ormai famigerata rievocazione in costume dedicata all’assedio di Ludovico il Bavaro».
«Di fronte ad un simile scenario, leggiamo stupefatti che il sindaco si rammarica delle dimissioni rassegnate da Francesco Mori apprezzando il lavoro fatto da quest’ultimo, salvo citare quale suo unico risultato (non il celeberrimo logo donato alla Fondazione, bensì) la realizzazione della Tosca di Puccini, evento tuttavia la cui paternità come noto è di ben altri, precisamente dell’Orchestra Città di Grosseto che già da mesi l’aveva in calendario. A questo punto confidiamo che la ‘terza scelta’ possa essere più felice e duratura, magari cadendo su una figura che abbia realmente a cuore la vita culturale della nostra comunità comprendendone le sue molteplici sfaccettature, senza grottesche preclusioni ideologiche e, possibilmente, senza padrini politici».
«L’attesa in ogni caso dovrà essere breve, perché Fondazione Grosseto Cultura ha di fronte a sé una stagione impegnativa e non può permettersi di perdere altro tempo, così come è indispensabile che sappia offrire una presidenza finalmente seria e stabile che dia fiducia agli attuali soci privati ed incoraggi nuovi potenziali partner. Resta tuttavia un grande interrogativo: saprà il sindaco agire con responsabilità, serietà e, soprattutto, senza subire questa volta i diktat delle varie anime politiche che compongono la tumultuosa maggioranza che lo sostiene?».