GROSSETO – “Dove si sono registrate delle escursioni termiche le vigne hanno fortunatamente sofferto meno così come non hanno risentito per nulla o quasi delle bizze del tempo i vitigni autoctoni e antichi, la qualità è molto buona con risvolti davvero interessanti in ottica agronomica, che favoriscono la quasi assenza di fitopatie, come peronospora e oidio, un netto calo dei trattamenti fitosanitari e una gradazione zuccherina in media più elevata. Tutto questo si traduce in un conseguente risparmio nei costi per i produttori e la possibilità di raccogliere uve in perfetta salute”.
Così Fiorella Lenzi, presidente della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Grosseto che poi però aggiunge: “Certamente la vendemmia di questa annata è da classificarsi come una delle più scarse in termini di quantità dal dopoguerra sino ad oggi. Purtroppo il clima che definire eccezionale e davvero per certi versi pazzo, fra il troppo caldo unito alla gravissima situazione legata alla siccità, rappresenta la prima causa ad aver colpito l’agricoltura e la nostra uva. Il calo della produzione di vino e mosto credo si possa stimare al 30% ed è un peccato se si considera la richiesta anche del mercato delle produzioni vitivinicole”.
Coldiretti con Assoenologi rimarca: “La vendemmia del 2017, per effetto del caldo e della siccità, si classifica come la più precoce dell’ultimo decennio. Con un anticipo di oltre dieci giorni rispetto allo scorso anno, è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e più mite e un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate”. Assoenologi fornisce anche la lista delle vendemmie più scarse del dopoguerra: 1947: 36,4 milioni di Hl, 1948: 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950: 41 milioni di Hl, 2012: 41,1 milioni di Hl, 2017: 41,1 milioni di Hl. Ma il dato di quest’anno, precisano gli enologi, potrebbe ancora peggiorare, se caldo e siccità persisteranno. Coldiretti da tempo ormai sul tema delle risorse idriche ha un proprio progetto che ha lanciato come proposta.
E’ doveroso prevenire la siccità in momenti caratterizzati dalla consapevolezza che le crisi idriche sono ormai, purtroppo, un fenomeno consolidato, che si ripete con periodicità sempre più ravvicinata e non più, quindi, un’evenienza eccezionale. Bene proseguire la ricerca per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in agricoltura. “Occorre passare agli atti pratici per combattere un deficit idrico che continua a fare danni e non solo nel settore vitivinicolo – sottolinea il presidente di Coldiretti Grosseto, Marco Bruni – la tendenza alla tropicalizzazione deve trovarci pronti con una nuova sfida che sappia guardare alla creazione, per esempio, di appositi invasi con veri e propri bacini idrici accompagnati da azioni tese, quando possibile, al risparmio, al recupero e al riciclaggio delle acque, con campagne di informazione ed educazione in molti casi per un uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo e la verifica di utilizzare vecchie cave dismesse per garantire riserve idriche utili al settore agricolo e non solo. Da non trascurare anche la corretta manutenzione dei fossi e delle condutture ed il miglioramento dell’efficienza della rete idrica”.