FOLLONICA – «Tra i molti aspetti positivi della due giorni di Senzuno – giovedì e venerdì scorsi -, veramente una magnifica iniziativa, la presenza attiva del “CN Cala Violina” è stata significativa.
Evidentemente, la rimozione della recinzione a “blindare” l’area del Circolo non è stata solo una questione estetica, ma è frutto della volontà, adesso evidente, di essere parte del territorio. Anche quanto fatto e dichiarato dal Presidente Paolo Niccolai offre risposte importanti ad alcuni aspetti su cui dubbi e polemiche non sono mancati». Così la pensa Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica.
«Questa area – aggiunge –, a terra ed in mare, è molto delicata ed importante nella città e, più in particolare, per Senzuno. Premesso che la “questione Gora” è ancor più urgente e fondamentale per il volto di Follonica (sia per i residenti, sia per i turisti), anche la sistemazione del Circolo è essenziale per il decoro urbano (difficile sviluppare il turismo e difficile far sentire propria la città agli abitanti se per primo non è il Comune a muoversi su questo tema)».
«Due punti possono essere affrontati rapidamente: la sistemazione dell’area a terra, sulla quale deve essere il Comune a definire effettivamente ciò che può e deve essere fatto, rivedendo i punti deboli del Regolamento Urbanistico, tenendo assieme decoro e funzionalità (senza scivolare verso norme non attuabili di tipo portuale) la sistemazione della grande spiaggia (ci sembra positivo questo primo empirico esperimento dell’area per i giochi sulla sabbia), con accordi con lo stesso Circolo e le attività vicine per migliorarla».
«Ma ci sono aspetti più complicati, che non dipendono dal Cala Violina (soggetto da coinvolgere) e riguardano la sistemazione a mare in funzione della circolazione dell’acqua, il problema dell’insabbiamento, la foce della Gora. Come sono state realizzate le opere a mare (e la responsabilità non è del Circolo, argomento in passato da noi sollevato e non compreso dagli interessati), si sono prodotti effetti negativi: sulla Gora evidenti (sabbia ed alghe ad intasare la foce), altrettanto sullo specchio d’acqua (poca circolazione). La sabbia, la “famosa cava” che sembra essere alla base del progetto realizzato, viene dal litorale sud est e lì dovrebbe tornare (oggi non può avvenire per il tappo che è stato creato)».
«E’ dunque urgente ripensare complessivamente alla situazione: uno o due pennelli sommersi in geotubo più a sud per ridurre l’afflusso di sabbia e permettere meglio il ritorno della stessa verso i punti di provenienza; abbassare la diga foranea per una cinquantina di metri sul lato sud, chiudere semplicemente con la sabbia (senza diagonali e senza valli atlantici) il limite tra balneazione ed approdo, modificare i pennelli della foce Gora – Petraia, quindi anche quello in sinistra. Credo che anche su questi aspetti non mancherà il contributo e la disponibilità al confronto del CN Cala Violina, come di chiunque operi ed ami il mare».