ORBETELLO – Arpat sottolinea «la necessità di ridurre al minimo tecnicamente possibile la dispersione di tali polveri (quelli della Sitoco) attuando le migliori pratiche disponibili». L’Arpat ricostruisce il sopralluogo fatto venerdì 14 luglio su segnalazione della stazione dei Carabinieri.
«Giunti sul posto, i tecnici Arpat hanno potuto verificare, sebbene in maniera non continua, l’innalzamento di nubi di polvere bianca provenienti dall’area bacini ex Sitoco, causato di venti da nord-ovest. In zona più aperta ed esposta, ma a sud rispetto ai bacini, si sono raccolte alcune testimonianze del fenomeno in questione, che si sarebbe attenuato al momento del sopralluogo». Afferma Arpat.
«Nel pomeriggio del venerdì, come registrato dalla centralina meteo, erano presenti venti da nord-ovest – prosegue la nota di Arpat -. Tali circostanze sono frequenti in laguna nel corso dell’anno, e soprattutto nel periodo estivo – in concomitanza con la stagione calda e priva di piogge – fanno sì che la polvere silicea si sollevi dal bacino 1 dell’area ex Sitoco. Tale fenomeno è noto da tempo e, nell’ambito dei procedimenti di bonifica, è stato oggetto di segnalazioni da parte degli uffici sanitari».
«Dagli accertamenti condotti nel 1995 si sono ottenuti dati sulla qualità dei residui silicei presenti nell’area in oggetto. Considerando che la zona ex Sitoco non è stata interessata da attività antropiche, nel periodo successivo agli accertamenti condotti nel 1995, è presumibile che la qualità dei residui silicei, allora determinata, sia rimasta pressoché costante fino ad oggi e quindi compatibile con quella di un terreno utilizzato come verde pubblico, privato o residenziale. Da sottolineare tuttavia la necessità di ridurre al minimo tecnicamente possibile la dispersione di tali polveri attuando le migliori pratiche disponibili».