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Dott.sa Adele Acquisti, Infermiera Master in Coordinamento per le Professioni Sanitarie Operatrice specializzata in Taping Elastico®
L’acqua, una semplice e piccola molecola, una formula chimica semplice, H2O, ma dai legami molti forti, la quale molti anni fa ci donò la vita, quasi come fosse una grande madre di tutti gli esseri viventi presenti su questo pianeta. La sua presenza pertanto è così importante e data la nostra origine diviene “vitale”. Nelle popolazioni più svantaggiate la sua presenza o meno, fa la differenza tra la vita e la morte, è luogo comune infatti che senza mangiare possiamo sopravvivere, ma non senza bere. Questo bene prezioso oltre a rappresentare un’instancabile fonte di energia è anche un elemento fondamentale per la nostra salute. L’assunzione di acqua da parte di un essere vivente, di un tessuto o una sostanza è detta idratazione. Quest’ultima è sempre importante, ma diviene ancor meno trascurabile quando ci si accinge alla bella stagione e conseguentemente all’aumento delle temperature. L’acqua è il principale costituente del corpo umano e rappresenta circa il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine e fino al 75% in un neonato. Agisce da protagonista in molte funzioni dell’organismo, ha capacità termoregolatrici, consente lo svolgimento delle trasformazioni metaboliche, funge da reagente di innumerevoli trasformazioni chimiche cellulari, come reazioni enzimatiche e ossidazione biologica. Per garantire le funzioni sopracitate al meglio è necessario che il rapporto fra le entrate e le uscite di acqua sia in pareggio.
Il contenuto di acqua corporea totale, il processo di idratazione intracellulare ed extracellulare e l’equilibrio tra ingresso e uscita di acqua nell’organismo sono sotto controllo omeostatico e si esercitano con meccanismi che regolano prevalentemente l’escrezione e, secondariamente, stimolano l’assunzione mediante la sensazione di sete. Diviene quindi fondamentale l’assunzione giornaliera di acqua nelle quantità consigliate per tutti, ma specialmente per i due estremi di età che potrebbero andare maggiormente in contro a processi di disidratazione, ovvero per i neonati, i quali hanno questo elemento in maggiore percentuale costituente e per gli anziani, i quali potrebbero non avvertire al meglio la sensazione di sete andando a inficiare anche i processi di termoregolazione e omeostasi.
L’European Food Safety Authority (EFSA) ha accertato un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione giornaliera d’acqua e il mantenimento delle normali funzioni fisiche e cognitive.
La quantità di acqua da bere è abbastanza variabile infatti influiscono:
- La temperatura dell’ambiente: temperature maggiori rendono necessaria una maggiore idratazione, in quanto ci sarà una maggiore disidratazione con perdita di liquidi ed elettroliti (come sodio, calcio e magnesio);
- Il regime di lavoro: un lavoro all’aperto oppure al chiuso senza sufficiente areazione espongono anch’essi ad una perdita di liquidi tramite sudorazione;
- Il tipo di alimentazione: l’assunzione di molta frutta e verdura, ricchi nella maggior parte di acqua, è una componente fondamentale non solo del bilancio alimentare ma anche di quello idrico;
- Lo stile di vita: lo stile attivo è sempre preferibile a quello sedentario, tuttavia quando si fa sport e specialmente quello all’aria aperta, sempre per il processo di sudorazione, è fondamentale reintegrare i liquidi persi.
In condizioni non patologiche, i meccanismi di autoregolazione che determinano la sensazione di sete assistono l’organismo ad assumere il giusto fabbisogno d’acqua necessario a compensare le perdite idriche, che continuamente avvengono per effetto della sudorazione, respirazione, escrezione di urine e feci. Per questo, è necessario assecondare il senso di sete tendendo ad anticiparlo e garantire all’organismo un’assunzione di acqua regolare ed in quantità adeguata per prevenire i rischi di disidratazione, la quale è causata da un assunzione di liquidi inferiori alla perdita di acqua, che ha effetti anche seri sull’attività e sulle prestazioni fisiche dell’organismo. Nelle forme più lievi è influenzata la termoregolazione e si manifesta con la sensazione di sete, il prolungarsi del fenomeno causa crampi, apatia, astenia, maggiore irritabilità, nei casi più gravi si ha malessere generale ed anche allucinazioni fino a rischio di insorgenza del colpo di calore ed effetti letali. Lo stato persistente della disidratazione è associato ad un significativo incremento di rischio di molte patologie, anche gravi, in primo luogo a carico del rene. I valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente, ovvero sia mediante consumo diretto che attraverso alimenti e bevande di ogni genere, in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica, sono così definiti:
- neonati sino a sei mesi di vita: 100 mL/kg al giorno;
- bambini tra 6 mesi e un anno di età: 800-1000 mL/giorno;
- bambini tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno;
- bambini tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno;
- età compresa tra 9-13 anni: 2100 mL/giorno per i bambini e 1900 mL/giorno per le bambine;
- adolescenti, adulti e anziani: femmine 2 L/giorno, maschi 2,5 L/giorno.
Questi valori sono indicativi, infatti in condizioni di climi caldi e di attività fisiche intense, o altre condizioni che inducano disidratazione, i livelli di acqua da assumere possono variare sensibilmente, anche più del doppio dei valori indicati. Questo accade anche per patologie che inducono perdita massiva di liquidi come vomito e diarrea, nei quali si rende prioritario interrompere tale alterazione, ma anche reintegrare le perdite subite. L’adeguata assunzione di acqua si riflette anche sulla qualità e sul turgore della cute. Un organismo poco idratato mostrerà un colore della pelle poco salutare, tendente al grigio, apparirà di conseguenza più vecchio e le rughe sembreranno accentuate. Un motivo in più per assumere acqua quotidianamente e nelle dosi consigliate.
Fonte: www.salute.gov.it