GROSSETO – Non si ferma la protesta delle gattare di Grosseto contro il regolamento per la gestione delle colonie feline pensato dal Comune di Grosseto. Proprio per questo il comitato nazionale U.G.D.A. (Ufficio Garante Diritti Animali) Onlus ha scritto, attraverso al sua presidente, Paola Suà, una lunga lettera al sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e all’assessore all’ambiente Simona Petrucci.
«Le gattare della città di Grosseto si stanno “ribellando” alla proposta – afferma Suà -, da loro ritenuta irricevibile, di un nuovo regolamento del Comune per le colonie feline che andrebbe a fissare una sola fascia oraria al giorno per l’alimentazione degli animali. Oltre ad essere stata definita una “follia” da diversi veterinari da me interpellati e anche se i gatti a vita libera, ma accuditi, a lungo andare potrebbero abituarsi ad alimentarsi ad orari fissi, nell’immediato nessuno potrebbe garantire sussistenza agli animali eventualmente non presenti al momento della distribuzione».
«Oltretutto sono molte le voci circolanti, non so se più o meno attendibili – prosegue Suà -, che variano dalla volontà dell’amministrazione comunale di costruire un gattile per ricoverare tutti i gatti (azione vietata per legge perché i gatti di colonia non possono essere allontanati dal loro habitat), a presunti consigli di alimentare meno i gatti per impedirne la riproduzione (l’unico modo è la sterilizzazione e non l’affamamento), fino alla questione di voler evitare il nocumento che potrebbe essere arrecato all’igiene pubblica da tutori delle colonie poco attenti a rimuovere contenitori sporchi e avanzi di cibo, ma perché penalizzare i gatti e non i cittadini poco attenti alla pulizia».
«Impedire ai cittadini di sfamare animali randagi attraverso regolamenti o ordinanze potrebbe configurare il reato di abbandono e maltrattamento in quanto i gatti in oggetto hanno acquisito l’abitudine di ricevere assistenza e cibo e non riuscirebbero a tornare a procacciarselo da soli. Tutte le ordinanze cosiddette “affama-randagi” emesse in passato in altre città d’Italia sono state invariabilmente bocciate dai vari T.A.R. regionali in quanto nessuna legge, nazionale o regionale, pone divieto al cittadino di sfamare i randagi».
«Corre voce che il comune di Grosseto avrebbe intenzione di finanziare l’allestimento di oasi feline o la costruzione di un gattile quindi chiedo la visione e acquisizione di atti relativi ed eventuali stanziamenti in bilancio o previsione di bilancio per l’anno 2018. Chiedo di voler prendere in considerazione la nostra proposta di posizionare una sola volta al giorno mangime umido per i gatti delle colonie di Grosseto in orario variabile confacente ai cittadini volontari già attualmente preposti alla distribuzione del cibo e alla rimozione degli avanzi lasciando, però, postazioni fisse di distributori di mangimi secchi al fine di garantire da una parte il decoro e l’igiene pubblica e dall’altra – conclude – la tutela della salute degli animali».