GROSSETO – “La nuova legge regionale sul turismo, della quale attendiamo con ansia il regolamento di attuazione, si ascrive a buon diritto nella lista di quei provvedimenti scellerati che l’amministrazione Rossi ha promosso per centralizzare potere e gestire – e poi contrattare a livello locale – il flusso dei finanziamenti pubblici”.
Lo scrivono i consiglieri portavoce del M5S Grosseto, Daniela Lembo, Antonella Pisani, Francesca Amore e Gianluigi Perruzza.
“Se l’impianto complessivo della legge è impostato sulla definizione degli attori in campo e sul lancio di parole d’ordine suggestive quanto prive di senso concreto ( “prodotto turistico omogeneo”, “cabina di regia” ) – affermano – gli sviluppi metodologici proposti, impostati sulla costruzione di progetti funzionali all’impiego dei fondi pubblici, sono un’autentica produzione di burocrazia a mezzo di burocrazia. Obiettivo chiaro: attivare e ribattezzare le strutture esistenti, per inventare i progetti che servono per pagare gli stipendi di chi ci lavora. Tra queste, spiccano gli Osservatori Turistici di Destinazione: il recepimento a livello regionale di un progetto quadro europeo (NECSTouR) che sarebbe stato meglio rispedire al mittente. Al contrario, era un’occasione troppo ghiotta per tenere in piedi Toscana Promozione Turistica, l’ultima metamorfosi degli enti inutili del settore”.
“Naturalmente, il sindaco di Grosseto si è subito attivato per addirittura potenziare quello locale: “è il luogo principale del dialogo sociale sul territorio”, recita la legge e, in effetti, se qualcuno ha voglia di andarsi a leggere l’iter per la sua costituzione e la definizione della sua funzione, scoprirà che certo si dialogherà molto a lungo. Il guaio è che, nel frattempo, il presidente della Provincia dialoga male con la gente di Semproniano e Roccalbegna, cui ha dovuto vietare, all’inizio della stagione turistica, il transito di biciclette e motocicli, causa l’incapacità, non a lui ascrivibile ma reale, di procedere alla manutenzione delle strade provinciali. Intanto, il turismo maremmano è caratterizzato da una fase di crisi iniziata all’inizio degli anni ’90 e tutte le amministrazioni che si sono succedute sono state incapaci di arrestarne il declino.
L’opportunità della modesta inversione di tendenza degli ultimi tre anni, registrata “ a macchia di leopardo” in ambito provinciale, a seguito dell’evolversi della situazione internazionale che ha escluso dal mercato diversi concorrenti mediterranei, non è stata colta dal sistema locale, che sembra incapace di affrontare delle criticità ormai consolidate, quali una stagionalità esasperata, un’offerta disarticolata e contraddittoria e, infine, un rapporto qualità/prezzo mediocre”.
“Se l’obiettivo fosse definire delle strategie di sviluppo – concludono i pentastellati – la prima cosa da fare sarebbe predisporre un “panel” statistico dell’universo da studiare (alberghi, agriturismi, ristoranti, etc ) , “stratificarlo” per variabile da analizzare ( tipologia, ubicazione, dimensione, livello qualitativo, % di saturazione, etc), predisporre un questionario di indagine/controllo e farlo girare periodicamente, per avere il polso della situazione in tempo reale. Tempo necessario per organizzarlo, forse un paio di mesi (prendendosela comoda) : e finalmente potremmo ragionare su dati oggettivi. Solo, si dovrebbe dialogare un po’ di meno e lavorare un po’ di più”.