GROSSETO – “Abbiamo appreso dal presidente dell’Istituto “Falusi” di Massa Marittima dell’intenzione di privatizzare alcuni servizi”.
Lo scrivono, in una nota congiunta, le segreterie provinciali Cgil-Cisl-Uil funzione pubblica e la rsu dell’istituto Falusi di Massa Marittima.
“Le organizzazioni sindacali e la rsu aziendale – affermano ancora – esprimono forte preoccupazione per la rappresentata intenzione di procedere ad esternalizzazioni che riguarderanno non solo il guardaroba e la lavanderia, ma anche un intero nucleo di assistenza che impegna al momento dieci dipendenti.
Se è grave procedere all’esternalizzazione di servizi accessori, quali il guardaroba e la lavanderia, riteniamo assolutamente inaccettabile andare a privatizzare l’assistenza, che rappresenta la “mission” di un’azienda pubblica di servizi alla persona quale il “Falusi”.
Le ragioni addotte dalla presidenza per questa scelta sono di carattere economico per uno sbilancio pari a circa lo 0,6% , un dato estremamente residuale rispetto all’entità del bilancio”.
“Nel corso di un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori – si legge ancora nel comunicato – e dopo approfondita discussione, oltre a respingere ogni paventata privatizzazione, è stato deciso di mettere in atto le azioni necessarie per opporsi a tale evenienza, prima di tutto informando la popolazione e le forze politiche del territorio, ed attraverso un confronto con le amministrazioni dei Comuni interessati dai servizi del Falusi e con la Asl.
La perdita di posti di lavoro pubblico, la mancata promessa di stabilizzazione dei dipendenti precari e la trasformazione dell’assistenza, che non vedrà più la gestione diretta dei servizi, rappresentano un vero e proprio impoverimento del territorio che va respinto con decisione, mettendo in atto se necessario, anche le forme più incisive di protesta e di lotta”.