GROSSETO – Otto comuni, poco meno di 19 mila abitanti, densità di popolazione più bassa della media regionale, alta percentuale di ultra65enni. La zona distretto Amiata grossetana si presenta come la meno popolosa della provincia, con alcuni indicatori sociali che denotano una situazione leggermente più negativa, rispetto alla media della Asl e della Toscana.
Questa mattina, si è tenuto proprio sull’Amiata, a Casteldelpiano (Palazzo Nerucci), il secondo incontro in provincia di Grosseto, dei 13 organizzati dalla Direzione aziendale nelle zone socio-sanitarie della Asl sud est, in vista della redazione dei Piani integrati di salute.
Cosa è emerso dalle relazioni degli esperti – Nell’area dell’Amiata grossetana (di cui fanno parte i comuni di Arcidosso, Casteldelpiano, Santa Fiora, Seggiano, Castell’Azzara, Semproniano Roccalbegna, Cinigiano) l’analisi epidemiologica presentata oggi, basata su dati confrontati con tutta la Asl sud est e la Regione Toscana, rileva criticità, parte delle quali in miglioramento negli anni successivi: speranza di vita alla nascita più bassa della media aziendale e regionale, alta percentuale di popolazione anziana (27.9% di ultra65enni, dei quali il 7.3 ultra 85enni) e bassa densità abitativa (7.3%), bassa natalità, malgrado la numerosa presenza di migranti (nell’Amiata grossetana, la percentuale di bambini nati da entrambi i genitori stranieri è il 33%, contro il 19% della Toscana). Anche nei cosiddetti “determinanti dei determinanti” di salute, compare il dato negativo del basso reddito, dell’alta percentuale di pensioni sociali e del valore economico delle pensioni più basso della media della Asl.
Per quanto riguarda la mortalità, basata sui dati Istat 2011-2013 a confronto con quelli della Asl e della Toscana, risulta una alta percentuale per tumori dell’apparato digerente e per cause accidentali (traumi e suicidi, che però risultano in miglioramento nel triennio preso in esame). È inferiore alla media regionale la mortalità per infarto e ictus.
La risposta sanitaria – Alcune delle criticità rilevate nella zona Amiata grossetana, hanno risposta nel lavoro complessivo che la Direzione sta portando avanti in tutto il territorio. Per fare un esempio la rete dell’emergenza, l’ottimizzazione delle reti tempo-dipendenti, l’integrazione tra l’assistenza ospedaliera e territoriale, il potenziamento della risposta ospedaliera ai traumi.
L’assistenza ospedaliera. Casteldelpiano si distingue per alcune caratteristiche essenziali: oltre al il ricovero ordinario per pazienti acuti che provengono in gran parte dal pronto soccorso, i medici svolgono una importante attività specialistica ambulatoriale che comprende anche i day service, nel campo della cardiologia, delle patologie vascolari e delle malattie della tiroide. Per la tiroide, in particolare, gli specialisti di Casteldelpiano fanno attività ambulatoriale anche ad Abbadia San Salvalta integrazione con il territorio: a Casteldelpiano è in corso di sperimentazione un modello innovativo, unico in tutta l’Azienda, di rete clinica integrata chiamato “consulto internistico presso la Aft” che viene fatto presso i medici di famiglia, nella sede della Casa della salute. In questo modo vengono offerte risposte ai pazienti in maniera più semplice e rapida, grazie alla collaborazione tra medici di base e medici ospedalieri.
Durante l’incontro sono stati presentati anche i dati di performance dell’ospedale (l’ormai famoso bersaglio elaborato dal Mes) dai quali risulta che la struttura di Casteldelpiano ha raggiunto risultati lusinghieri nella maggior parte degli indicatori. Molti concentrati al centro del bersaglio, il verde, dove si posiziono i dati positivi.
Per gli aspetti legati agli stili di vita, all’informazione e alla sensibilizzazione dei pazienti, sono stati coinvolti i medici di famiglia, soprattutto per la prevenzione (programma regionale di screening, ad esempio).
Inoltre, per approfondire le conoscenze e tutelare la salute della popolazione amiatina sta partendo la ricerca “InVetta”, un’analisi epidemiologica condotta dall’Agenzia regionale di sanità (Ars) e della Asl, su un campione di 2000 persone, tra 18 e 70 anni. Non un monitoraggio su base generale, ma un’indagine effettuata attraverso analisi del sangue e delle urine, valutazioni spirometriche, questionari su abitudini, ambiente di vita, di lavoro, ecc. L’obiettivo è quello di arrivare ad una conoscenza ancora più dettagliata su quali effetti un territorio molto complesso dal punto di vista idro-geologico, cui si sono sommate nel tempo attività estrattive e industriali, con la presenza di attività geotermiche, può avere avuto sullo stato di salute dei residenti.
“I dati che sono stati presentati oggi – dice Enrico Desideri, direttore generale Asl sud est – devono farci riflettere sulla necessità di intervenire a modificare i fattori che influiscono sulla salute. E bisogna farlo tutti insieme, ciascuno per la propria parte ma con programmi e progetti integrati. In questo contesto, è nostro compito offrire la massima collaborazione prevenzione primaria, fondamentale per intercettare le cause di alcune patologie, in modo da non ammalarsi o ammalarsi di meno. Così come è importante la prevenzione secondaria, quella sanitaria vera e propria, volta a individuare precocemente la patologia per aggredirla prima e curarla meglio”.