MANCIANO – «Non c’erano le condizioni politiche per una mia ricandidatura». Il sindaco Marco Galli spiega i motivi della propria scelta e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Il Pd provinciale in questi ultimi tre anni ha sottovalutato la situazione di Manciano. Sono rimasto amareggiato dal comportamento della Federazione, se ci si fosse messi tutti ad un tavolino la situazione sarebbe stata diversa; io mi prendo le mie responsabilità, ma un partito dovrebbe avere la forza di chiamare un sindaco e parlare delle cose».
Quello che contesta Galli, che ha riconsegnato la tessera del Pd uscendo la partito, è di essere stato di fatto ignorato dai vertici provinciali «Se si esclude l’onorevole Luca Sani, nessuno in questi mesi mi ha chiamato per sapere cosa volevo fare, se volevo o meno ricandidarmi, o anche per dirmi di stare a casa: e questo è sintomo di un partito non in buona salute».
«C’è stato chi, all’interno del partito, ha preso, legittimamente, altre strade – prosegue Galli – il problema è che, dalla segreteria del partito si è preferito avere più rapporti chi chi era uscito che con chi era rimasto».
La mia storia è sempre stata, politicamente, di centrosinistra, sebbene mi sia sempre ritrovato in minoranza, non sono mai stato renziano e questo forse ha contato in certi comportamenti, ma ho comunque sempre riconosciuto il ruolo del segretario. Sono uscito dal partito anche perché mi ritrovo sempre meno in questo partito; valuterò se riprendere la tessera del Pd o aderire a altri partiti, anche se ritengo che il frazionamento politico non giovi».
«Per un comune come Manciano, senza nulla togliere agli altri comuni, doveva esserci una valutazione differente – prosegue Galli che imputa all’ex segretario un certo immobilismo –: gli iscritti dovevano essere richiamati all’ordine, Marco Simiani ha tentato di ricucire le parti del partito ma senza riuscire ad affrontare veramente la situazione, come invece ha fatto l’attuale segretario, Gesuè Ariganello, riconoscendo il partito e ripartendo da lì». La scelta di Galli dipende anche da un percorso personale «ho sempre pensato che questa fosse solo una parentesi, certo un altro tipo di atteggiamento avrebbe potuto incidere anche nelle mie scelte, ci sarebbe stata una storia differente, evidentemente all’interno del partito una figura come la mia era scomoda». Sottolinea con rammarico.
«Adesso mi prendo una pausa, starò fermo, al momento sono un cittadino libero, vorrò vedere i programmi. Ringrazio la giunta che mi ha sostenuto e i dipendenti non smetterò comunque di fare politica ma mi faccio da parte. Comunque gli elettori gli attriti nel partito li notano e non li capiscono, vedremo cosa succederà al momento del voto».