GROSSETO – Un tetto massimo di dieci giornate consecutive o due fine settimana, utilizzo prevalente di prodotti locali e vendita di sole specialità enogastronomiche tipiche, particolare attenzione alla differenziazione dei rifiuti: queste le linee d’indirizzo proposte dalla Lega Nord Grosseto in tema di sagre.
“Da troppi anni – spiega il capogruppo leghista in consiglio comunale, Mario Lolini – siamo oppressi da quella che è la scelta di non scegliere, l’immobilismo. Invece, sono convinto sia necessario fare chiarezza, dettare regole certe e aggiornate alle esigenze odierne. Uno scenario aperto alle diverse necessità: sia di chi opera nel settore della ristorazione e paga fior di tasse tutto l’anno, sia di società sportive e associazioni turistiche e di promozione del territorio che grazie alle sagre possono vantare un guadagno fondamentale per la loro sopravvivenza”.
“Occorre equilibrio dunque, ma soprattutto occorre chiarezza. Sino a oggi – prosegue Lolini – i partiti non hanno dato alla gente le dovute risposte. Non si è arrivati a nulla che non fosse un balbettio. La politica, in seguito a un adeguato confronto, ha invece il dovere di offrire soluzioni, indirizzi. Come Lega auspichiamo dunque l’avvio di un percorso ben definito destinato a fissare un regolamento sagre semplice e snello, pronto per poter essere utilizzato quanto prima”.
Tra i paletti che il movimento leghista ritiene fondamentali vi è la durata di queste manifestazioni enogastronomiche: “Non possiamo più tollerare – continua Lolini – eventi destinati a durare tre, quattro settimane. Credo che, alla luce delle diverse posizioni in campo e visto il perdurare della questione di stallo, pensare a sagre che vanno avanti per un massimo di dieci giorni consecutivi o due fine settimana possa essere un buon compromesso tra le diverse necessità”. Altro nodo è quello legato all’utilizzo di prodotti tipici e alla somministrazione di piatti caratteristici della zona e correlati al tipo di sagra: “La Maremma, per nostra fortuna, vanta una serie di materie prime di altissimo livello: nelle sagre dobbiamo dare spazio a questi alimenti. Così come è innegabile la necessità di non creare dei ristoranti temporanei con menu sconfinati e per nulla amalgamati a quello che è il tema della sagra stessa. Questo, oltre a limitare i contrasti con i ristoratori andrà a vantaggio di chi sui tavoloni della sagra potrà trovare merce sempre buona e in linea con le proprie aspettative”.