FOLLONICA – «La triste vicenda accaduta alla Lidl di Follonica si è conclusa in un modo che a noi non piace affatto: con il licenziamento di due lavoratori». Il coordinamento Sinistra Italiana Follonica commenta così la scelta della Lidl di licenziare uno dei due dipendenti e non rinnovare il contratto all’altro, dopo la vicenda delle due Rom rinchiuse in una gabbiotto fuori dal supermercato.
«Troviamo la misura scelta dall’azienda sbagliata per molti fattori: innanzi tutto è, secondo noi, sproporzionata rispetto all’offesa – prosegue Sinistra italiana -. Presumiamo che Lidl abbia un codice di condotta interno per i dipendenti e che probabilmente tra i sui capitoli debba esserci anche la difesa dell’immagine dell’azienda. Probabilmente il comportamento dei dipendenti è da ascriversi a condotta antiaziendale per il danno d’immagine. Però ci sembra che licenziare due persone è anche peggio come danno di immagine».
«In secondo luogo Lidl, che non è un ente né morale né caritatevole, ma un’azienda che deve far profitto, non ha ruoli educativi nei confronti della popolazione generale e con il suo atto non fa che aumentare l’attrito tra i cittadini residenti e le categorie disgraziate che cercano di arrancare nella vita di tutti i giorni». Continua la nota.
«Uno dei due dipendenti è uscito allo scoperto e le sue dichiarazioni confermano quanto l’azienda abbia a cuore solo ed esclusivamente il profitto, che generi pressioni psicologiche nei confronti del personale subordinato, configurandosi in questo caso condotta antisindacale, consigliando anche pratiche pericolose nei confronti degli “indesiderati”. Sono sue dichiarazioni pubbliche facilmente reperibili in rete. Fatto sta che il risultato è di una guerra tra salariati ed emarginati e a questo ricatto noi non ci stiamo».
«Lidl non può ergersi a paladino della gestione della legalità, seppur all’interno della sua proprietà – sottolinea Sinistra italiana -. Per questo ci sono le forze dell’ordine e la giustizia italiane, né può esercitare pressioni psicologiche nei confronti di personale subordinato. Sempre stando alle dichiarazioni, questa volta di una delle protagoniste, tra i ragazzi e loro si conoscevano e si sarebbe trattato di uno “scherzo” di cattivissimo gusto. Noi non derubrichiamo affatto il gesto che condanniamo. La questione, però, è un po’ più complessa e merita attenta riflessione».
«Per questo motivo ci uniamo al coro di coloro che vogliono il reintegro di questi due salariati – chiede il coordinamento politico -. E aggiungiamo che Lidl, invece di buttare merce in buone condizioni, tra cui generi alimentari (come dichiarato dal dipendente) farebbe bene ad integrarsi con la società italiana, stringendo accordi con le tante associazioni di volontariato per condividere “gli scarti” magari non presentabili sugli scaffali, con chi sta peggio di loro».
«Noi stiamo dalla parte dei lavoratori e delle persone emarginate, entrambe vittime del tritacarne del profitto. Per questo lanciamo la nostra petizione per il reintegro immediato dei due dipendenti e ci auguriamo che i sindacati prendano una posizione netta sul tema». Conclude.