MANCIANO – Una giornata dedicata agli allevamenti ovini e ai formaggi della Maremma, a partire dal Pecorino Toscano DOP, con la possibilità di conoscere da vicino la produzione e le iniziative per garantire il continuo miglioramento del latte. E’ quella in programma sabato 22 aprile, a partire dalle ore 10.30, a Manciano, presso l’azienda agricola Fabio Toccaceli, in località V° Cavallini – Podere Cafaggio. L’iniziativa, organizzata dal Caseificio Sociale Manciano con il titolo ‘Stalla Aperta’, è rivolta a famiglie e bambini che vorranno scoprire come ‘nascono’ i formaggi di pecora. Oltre alla visita, sarà possibile assaggiare le specialità ovine, simbolo dell’eccellenza gastronomica della Toscana, e vivere una giornata all’aria aperta fra territorio, tradizioni rurali e antica arte casearia. L’iniziativa rappresenta il primo Open Day del progetto ‘Stilnovo’ – coordinato dal Caseificio Sociale Manciano con il contributo scientifico della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e delle Università di Pisa e di Firenze – che vuole unire il miglioramento della qualità del latte alla riscoperta delle essenze autoctone, favorendo un’alimentazione ancora più sana per le pecore e ricadute positive sul prodotto finale.
Il programma. La giornata inizierà alle ore 10.30 presso l’azienda agricola Fabio Toccaceli – uno degli allevatori coinvolti nel progetto ‘Stilnovo’ insieme ad altri otto soci del Caseificio Sociale Manciano – dove sarà possibile incontrare tutti i soggetti che stanno portando avanti ‘Stilnovo’ e visitare i terreni dove è in corso la sperimentazione della coltivazione di essenze autoctone. Dalle ore 11 alle ore 13 è prevista la visita alla stalla, mentre intorno alle ore 13.30 si potranno degustare i formaggi prodotti dal Caseificio Sociale Manciano. La giornata continuerà nel pomeriggio, dalle ore 14.30 alle ore 16.30, con una nuova visita alla stalla e la possibilità di assistere alla mungitura serale delle pecore.
Il progetto ‘Stilnovo’ è un progetto di filiera finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana per migliorare la qualità del latte ovino, grazie a innovazioni di processo e di prodotto, frutto del trasferimento di conoscenze e tecnologie messe a punto dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, dal Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali (CIRAA) dell’Università di Pisa e dal Dipartimento di scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente (DISPAA) dell’Università di Firenze. Il progetto coinvolge nove soci allevatori del Caseificio Sociale Manciano, i loro greggi e alcune aree di pascolo, dove saranno introdotte pratiche agricole sostenibili per migliorare la qualità del latte, il benessere degli animali e la produttività delle imprese. I soci allevatori coinvolti nel progetto sono; Azienda Bragaglia; Enrico Bargagli; Alessandro Bruni; Valeria Bruni; Fabio Garofani; Loriano Lombrichi; Cesare Rosati; Fabio Toccaceli; Alessandro Rovai e Lorenzo Villani.
Le fasi del progetto. Il progetto è già avviato e prevede, nella prima fase, il trasferimento delle agrotecniche innovative nelle aziende partner. Nella seconda fase, lo studio continuerà con l’analisi dei processi di trasformazione e stagionatura, attraverso test dedicati alle caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei formaggi a crosta edibile. Il progetto si chiuderà nel 2018 con la diffusione dei risultati finali. Le varie fasi del progetto saranno al centro di Open Day rivolti a cittadini, scuole e comunità locali per promuovere e diffondere i risultati raggiunti.
Gli obiettivi. ‘Stilnovo’ punta a introdurre pratiche innovative per la gestione sostenibile delle risorse foraggere, al fine di migliorare la produzione di latte; prolungare il pascolamento; aumentare la redditività delle aziende e garantire maggiore biodiversità e sostenibilità al comparto agricolo. Su queste basi, il progetto ha come obiettivi principali la riscoperta e la coltivazione sia di essenze autoctone che innovative per una migliore alimentazione delle pecore, che si traduce anche in un latte migliore, disponibile per quasi tutto l’anno rispetto ai 5-6 mesi attuali, e in minori costi per l’alimentazione delle pecore da parte delle aziende. A questo si uniscono una maggiore competitività dei prodotti e delle aziende e una maggiore tutela del territorio grazie alla riduzione dello stato abbandono e del rischio di erosione dei terreni coltivati.