GROSSETO – E’ morto a Grosseto l’architetto Piero Gatti, l’inventore della Poltrona Sacco (nella foto di Klat Magazine agli altri artisti che l’hanno progettata). Da tempo aveva scelto l’amata Maremma come luogo in cui vivere.
Attorno a lui si stringe il Movimento 5 Stelle di Grosseto, al quale l’architetto si era avvicinato.
“Piero è stato, sin dalla nascita del Movimento, un attivista appassionato, impegnato e presente – spiega Francesca Amore, consigliere 5 Stelle – Pochi grossetani sanno però che è stato innanzitutto l’autore (assieme a Paolini e Teodoro) della mitica poltrona Sacco prodotta da Zanotta, icona pop del design italiano fine anni 60. Vincitrice del Compasso d’Oro nel 1970, la poltrona fu esposta al Moma di New York nel 1972. Piero aveva tanto da dire e da raccontare, peccato che la città di Grosseto non si sia accorta della sua presenza. Piero meritava di più.”
“Ricordo come se fosse adesso il giorno in cui ho conosciuto Piero – aggiunge Giacomo Gori – Sapeva del mio interesse sulle energie rinnovabili, sulla bioedilizia, sulla permacultura. Sì, già conosceva la permacultura. Era affascinato dalle case in paglia ed aveva una voglia matta di rottamare i vecchi stereotipi. Da lì ad approdare al M5S, per uno come Piero, il passo fu molto breve. Iniziò una fattiva collaborazione che lo portò a candidarsi alle elezioni amministrative del 2011 per continuare poi ininterrottamente il suo impegno in termini di quantità e soprattutto di qualità. Soltanto la morte poteva interrompere la voglia di fare di Piero. La morte ci ha portato via una brava persona ed un valido attivista”.
“E’ morto un maestro, lui che non voleva insegnare Il profilo importante, la figura elegante – ricorda l’architetto Giovanni Fontana Antonelli – Un pezzo della nostra storia migliore Quella che abbiamo esportato in tutto il mondo Design Made in Italy lo chiamano, oggi pure un po’ Vintage. Lo ricorderemo per questo? O per le sue idee nude e originali. Dall’industriosa Torino ai tempi dilatati della Maremma Uomo contro, intelletto vivace, al servizio della libertà”.
“Conobbi Piero nel 1996 – aggiunge l’architetto Massimo Viti – Partecipammo insieme ad un concorso di architettura sul Water-front di Greenport. Era appena atterrato a Grosseto, come un marziano direttamente dalla capitale del design ma preceduto dalla sua aurea di luce e di fama. Rimasi impressionato dallo spessore della sua cultura e dalla vivacità della sua mente, calmo irrequieto mai arreso al sogno ed alla voglia di cambiamento”.
“Ho avuto la fortuna di incontrarlo come amico e come attivista – scrive Emanuele Perugini – e la sua ironia squisitamente piemontese sarà per me il suo ricordo negli anni a venire”.
“E’ sempre stato uno spirito libero – afferma Claudia Tafuto – un pesce fuor d’acqua in questo mondo malato. Adesso è più libero che mai, buon viaggio caro Piero”.
“Ruvido e nello stesso tempo dolcissimo – conclude Mirella Rossi – gli ho voluto bene da subito istintivamente, mi mancherà”.