GROSSETO – Partiti, sindacati e associazioni chiedono chiarezza al sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Dopo le recenti polemiche apparse sui social in merito all’utilizzo delle armi chimiche in Siria e su collegamenti con l’olocausto, un fronte compatto di soggetti politici e sociali chiede al primo cittadino del capoluogo di prendere le distanze da queste affermazioni.
«Il dibattito – si legge nella nota di Anpi, Pd, Psi, Prc, Pci, Sì, Possibile, Cgil, Attac, Libertà&Giustizia, La Martinella, Comitato Provinciale per la difesa della Costituzione, Agende Rosse, Rete degli Studenti Medi, Forum cittadini del mondo.- dei giorni scorsi sul negazionismo dell’Olocausto, che investe il Consiglio Comunale della nostra città e la maggioranza che sostiene l’attuale amministrazione, presenta due livelli, ambiguamente mescolati tra loro, che meritano una particolare attenzione dei nostri concittadini: l’uso del gas nervino contro civili indifesi e bambini in Siria, del quale – secondo le principali fonti internazionali – sarebbe responsabile il dittatore Assad; la negazione che nei campi di sterminio nazisti, nelle camere a gas, sia stato usato lo Zyklon B, l’acido cianidrico, cosa ormai accertata in sede storica, dopo la condanna specifica delle SS al processo di Norimberga».
«Abbiamo avuto sui social affermazioni con citazioni di articoli decisamente negazionisti e poi smentite, che cercano di intorbidare le acque. Il sindaco Vivarelli Colonna è stato invitato pubblicamente a prendere le distanze dalle posizioni negazioniste. Egli si è limitato a condannare genericamente l’uso del gas in Siria come un atto mostruoso, cercando di frenare le posizioni troppo schierate a favore del dittatore siriano presenti nella sua maggioranza, ma non ha speso una parola sulle posizioni negazioniste e neo-fasciste provenienti appunto da quella stessa parte della sua maggioranza. Ha ottenuto che la stessa parte della sua maggioranza ribadisse il proprio appoggio al dittatore Assad e dicesse che non aveva tentato di negare l’Olocausto nazista (eppure l’articolo citato sui social era chiaro in tal senso per chi avesse voluto leggerlo fino in fondo come, purtroppo, siamo stati costretti a fare noi). Ci pare che nella maggioranza dell’amministrazione comunale regni una grande confusione, che pensiamo comporti gravi rischi politici, culturali e sociali».
«Per quanto ci riguarda la questione siriana si pone secondo l’articolo 11 della Costituzione Italiana: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Occorre in questo senso lavorare a livello internazionale – come dice lo stesso articolo – per “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni”».
«Rimane un problema politico enorme sollevato già in città da più parti fin dal presidio unitario antifascista del 18 febbraio: non è accettabile che nell’ambito delle istituzioni della nostra Repubblica, sulla cui Costituzione democratica ed antifascista ha giurato lo stesso sindaco, si tollerino posizioni apertamente fasciste. Né è accettabile che a livello istituzionale non si prenda atto del rischio neo-fascista che corre la nostra città tollerando la diffusione di simili posizioni».