FOLLONICA – La darsena a Pratoranieri? Costosa, scomoda e di forte impatto ambientale. Ad affermarlo l’ex assessore al mare del comune di Follonica Antonino Vella (nella foto fonte: facebook), che scrive al sindaco, all’assessore competente e ai giornali. “Ho assistito alla riunione della commissione consiliare – afferma Vella – relativa ai problemi della nautica nel Comune di Follonica. La discussione si è incentrata sulla riproposizione di una darsena a Pratoranieri. Vorrei ricordare che tale idea era stata da me balenata in un consiglio comunale quando, in veste di assessore al mare del Comune di Follonica, parlai di un Polo nautico prevedibile proprio in quella zona. Riflessioni più attente ed approfondite con altri utenti del mare mi avevano poi fatto optare per l’esclusione di una darsena a favore di un Porto Verde.” Anche la politica, ricorda Vella, si era poi orientata in questo senso.
“Adesso, come per incanto, – continua Vella – dal cilindro del più fantasioso dei maghi, viene riproposta una darsena che non può che far pensare ad appetiti extra nautici dato che rimangono in piedi tutte le problematiche per cui, a suo tempo, il progetto era stato accantonato. Infatti, volendo analizzare sotto il profilo socio-economico-ambientale un qualsiasi progetto in quella zona, non possiamo esimerci dall’individuare l’eventuale utenza di tale progetto, i costi relativi all’opera e, non ultimo, l’impatto sull’ambiente circostante. Sappiamo che localmente sono molti i cittadini in possesso di imbarcazioni “carrellabili” tenute a secco in garages, nei campi e in giardini privati. E sappiamo pure che sono numerosi i turisti con mezzi al traino che richiedono la possibilità di comodo alaggio e varo e che, di conseguenza, scelgono le località in base a questa possibilità. E sappiamo pure che in una eventuale darsena non potrebbero entrare imbarcazioni superiori a certe misure (massimo dieci metri) dai costi relativamente limitati per cui diventerebbe oltremodo esosa, improponibile e non accettabile l’idea del posto barca di valore esponenzialmente superiore al valore del natante. In più, viste le spese di manutenzione di un qualsiasi porto incrementate dei costi di pompe per il riciclo/ricambio delle acque, i costi di codominio diventerebbero annualmente insostenibili per chi possiede imbarcazioni di poco valore.”
“Cosa dire poi – sottolinea Antonino Vella – dell’inevitabile cuneo salino derivato dall’intrusione di acque marine alle spalle della duna? Nel giro di pochi anni vedremmo morire i pini e di conseguenza avremmo il disfacimento del tombolo. L’unica opzione possibile rimane perciò l’allestimento di un Porto Verde ben organizzato, come tanti ce ne sono in Italia e nel Mediterraneo, servito da trattorini (anche elettrici) o da rotaie o monorotaie per la movimentazione dei natanti su carrello ed uno scivolo per alaggio/varo a servizio sia dei diportisti locali che dei sempre più numerosi turisti con imbarcazione al seguito. Tra l’altro dovrebbe essere in via di definizione l’iter di uno scivolo con progetto già approvato e finanziato dal Ministero competente per cui mi sembra solamente dispersivo, oltre che economicamente inutile, – conclude Vella – il voler sottoporre ad una VAS il progetto di una darsena destinato a naufragare sotto gli interessi degli speculatori di turno.”