GIANNUTRI – Il 25 marzo è stata la giornata conclusiva di una intensa settimana di lavoro nelle acque attorno all’ isola di Giannutri per la rimozione di reti da pesca abbandonate.
L’iniziativa, nata dai diving di Monte Argentario, ha trovato subito accoglienza istituzionale da parte del Parco nazionale Arcipelago Toscano e Comune di Isola del Giglio, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza. Grazie poi al supporto dei mezzi nautici delle società Micoperi e C.N. Talamone è stato possibile trasportare le reti rimosse ed avviarle direttamente a smaltimento. Le reti sono state preparate dai subacquei argentarini durante la settimana ed issate a bordo della motobarca “Luigi” di Porto Ercole che si è resa disponibile all’operazione; dal peschereccio, le reti, poste all’interno di big bags, venivano poi caricate a bordo del rimorchiatore “Sarom 8” della soc. Micoperi e della motonave “Immacolata Madre” della CN Talamone.
Durante tutta la settimana le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno svolto un importante lavoro di controllo della sicurezza degli uomini e dei mezzi impiegati nelle operazioni; nella giornata del 25 marzo si è poi giunti al culmine dell’ iniziativa con la contemporanea presenza di tutti i mezzi e di tutti i subacquei. L’operazione si è anche arricchita della presenza e dell’ assistenza del trimarano “Brigitte Bardot” di Seashepherd, noto a tutti per le sue campagne a favore dell’ambiente in tutto il mondo.
Circa 1500 metri di reti abbandonate sono state prelevate dai fondali dell’ isola, eliminando non solo un rifiuto, ma una vera e propria trappola sempre attiva; reti presenti anche all’ interno delle acque del parco nazionale. Nonostante l’enorme lavoro svolto, rimangono ancora altre reti da prelevare, che sono state comunque segnalate e che verranno rimosse alla prossima iniziativa. L’idea infatti è quella di censire le reti ed altri eventuali rifiuti e man mano procedere alla loro sistematica rimozione in pieno e rinnovato spirito di collaborazione tra le parti in causa.
A breve verranno anche istallate le boe per i diving, per tanto è naturale pensare ad una crescente collaborazione tra chi vive e lavora nel mare, con chi poi quel mare lo deve proteggere per compito istituzionale; da tutto ciò può e deve nascere una stretta e proficua collaborazione. Anche la tematica dei controlli, su un arcipelago così vasto, che si estende dall’ isola di Gorgona, fino a quella di Giannutri, passando per Capraia, Elba, Montecristo e Giglio, deve trovare soluzione nella più ampia collaborazione tra le varie forze di polizia e l’utilizzo, al meglio, delle nuove tecnologie. Parallelamente vanno sostenute tutte le attività compatibili con le risorse ambientali; in questo modo può consolidarsi sia la protezione ambientale che quella professionale ed economica. La presenza di reti all’interno e nei dintorni delle acque protette sta a significare almeno due cose: la prima è la necessità di intensificare i controlli e le sanzioni verso i pescatori di frodo, che pescano a discapito di tutti i pescatori corretti, praticando una sorta di concorrenza sleale e la seconda è che, evidentemente, il mare protetto funge molto bene da zona di ripopolamento ittico.
Al termine di un lavoro molto importante come questo, svolto nell’interesse dell’ ambiente e delle economie che vi gravitano attorno e reso possibile da una grande collaborazione di soggetti istituzionali e privati è profondamente sentito il sentimento di ringraziamento verso tutti quei soggetti senza cui ciò non sarebbe stato possibile: La Capitaneria di Porto che si è particolarmente adoperata alla organizzazione delle operazioni con un ringraziamento particolare al Comandante del Circondario Marittimo di Porto S. Stefano TV Berardi che ha messo a disposizione fin da subito i propri uomini e mezzi ed i propri spazi all’interno del Circondario Marittimo per l’ organizzazione delle operazioni ed assistendo in prima persona allo svolgersi dell’intera giornata ed al 1° Maresciallo Francesco Amendola, comandante dell’Ufficio Locale Marittimo di Porto Ercole che ha gestito con grande esperienza le operazioni a mare; la Guardia di Finanza che ha vigilato con la propria motovedetta ed ha assistito tutte le operazioni, iniziando ad esercitare anche il nuovo ruolo istituzionalmente assegnatole, di vigilanza dei parchi marini; il Comune di isola del Giglio, che ha approvato ed assistito direttamente alle operazioni con il Consigliere Matteo Coppa; la società Micoperi e la società C.N. Talamone che hanno messo a disposizione navi ed equipaggi per la gestione dei rifiuti rimossi dai fondali; i diving di Porto S. Stefano e Porto Ercole promotori dell’ iniziativa, che hanno impiegato i loro più esperti subacquei per la preparazione alla rimozione delle reti; i volontari della motobarca “Luigi” di Porto Ercole che hanno lavorato instancabilmente tutto il giorno per issare a bordo le reti e tutte le altre persone e soggetti che non ho menzionato precedentemente, che a diverso titolo si sono adoperati alla buona riuscita dell’iniziativa.