FIRENZE – Sono circa 813mila le abitazioni da mettere in sicurezza in Toscana, di cui 749mila ricadono nelle zone a rischio sismico 2 e 3, su una scala da 1 a 4 in ordine decrescente. “Esclusi 24 comuni costieri – evidenzia Elvio Cecchini, coordinatore della Federazione Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Toscana – quasi tutta la Toscana rientra nel maxi piano di messa in sicurezza del territorio, che prevede il meccanismo del Sisma bonus, le cui linee guida sono state pubblicate dal Governo con il decreto dello scorso 28 febbraio”.
“E’ un passo in avanti – dichiara il presidente dell’Ordine degli Architetti Roberto Masini – per attuare un piano di prevenzione sismica dei centri urbani e per la salvaguardia della vita della popolazione e del sistema produttivo. E’ significativo il fatto che per la prima volta si preveda un’incentivazione del genere anche su aree a rischio sismico più basso, come le zone 2 e 3”. Per la Toscana significa 256 comuni coinvolti su un totale di 280, compresa tutta la provincia di Firenze, che ricade per la zona montana del Mugello in zona 2. Oltre 175mila gli edifici in questa fascia di rischio in tutta la regione, distribuiti su tutte le province eccetto Pisa e Livorno: più di 52mila in provincia di Arezzo, quasi 30mila a Lucca, 28mila a Massa Carrara, 19mila nella città metropolitana di Firenze, 8.800 circa a Prato, quasi 4mila a Siena e 3.600 a Grosseto, per un totale di oltre 600mila residenti coinvolti. Sono più di mezzo milione, invece, gli edifici toscani che rientrano nella zona di rischio 3.
“Secondo quanto stabilito nella Legge di Stabilità 2017 – spiega Maurizio Ferrini, componente della Commissione Strutture dell’Ordine e già dirigente del servizio sismico della Regione Toscana – il Sisma Bonus costituisce la pietra miliare nella politica di prevenzione in Italia dopo alcune esperienze positive ma sporadiche avvenute negli ultimi decenni e che sono iniziate proprio in Toscana nel 1985 e 1995. Si tratta di una strategia organica e strutturale di riduzione progressiva del rischio sismico nelle aree classificate sismiche e degli edifici residenziali e produttivi”.
“L’attivazione del sisma bonus è per Ance una priorità assoluta, occorre dare piena operatività ad un grande piano di prevenzione del rischio sismico – sottolinea Carlo Lancia, direttore di Ance Toscana -, lo strumento ora attivato dal governo rappresenta il primo caso di intervento sul patrimonio privato, una grande occasione di investimento per il settore e di salvaguardia per i cittadini. Ora Ance auspica che da parte dell’amministrazione finanziaria si proceda ad emanare le istruzioni operative per l’utilizzo del credito d’imposta prevedendo anche la possibilità di cessione del credito, elemento di ulteriore incentivo per il pieno successo dell’iniziativa”.
Per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici situati in zona 1, 2 e 3 è possibile detrarre dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) o dall’Imposta sul reddito delle società (Ires) le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021, in percentuale variabile in relazione alla classe di rischio sismico raggiunta in seguito ai lavori.
In pratica, più si migliora la sicurezza dell’edificio e più si può detrarre. “Nelle singole unità immobiliari – continua Cecchini – a destinazione sia residenziale che produttiva, la detrazione fiscale è pari al 50% delle spese sostenute se non si calcola la classe di rischio, al 70% se l’intervento determina il miglioramento di una classe di rischio, all’80% se migliora di due classi”. Il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione, che verrà ripartita in 5 quote annuali di pari importo, è pari a 96mila euro. Nei condomini si parte dal 75% e si può arrivare fino alla detrazione dell’85% della spesa, su un tetto complessivo fino a 96mila euro moltiplicato per ogni unità immobiliare.
Un’altra novità importante, che rende più appetibile il pacchetto Sisma bonus, è la possibilità di portare in detrazione anche le spese sostenute per lo studio di valutazione della classe di rischio dell’edificio, preliminare alla di messa in sicurezza. Nel concreto il primo passo da fare è proprio rivolgersi a un professionista per capire se l’edificio rientri nei parametri del Sisma bonus e di quali interventi necessiti. “Le linee guida prevedono procedure semplificate in alcuni casi – afferma Masini – sul sito dell’Ordine degli Architetti di Firenze è già possibile trovare informazioni più dettagliate”.
“La semplicità applicativa delle linee guida per la classificazione del rischio sismico degli edifici insieme al Sisma bonus – sottolinea Mario De Stefano, Università Architettura Firenze – potrebbe contribuire significativamente alla ripresa dell’intero settore dell’edilizia. Auspico che il tema della prevenzione sismica diventi centrale anche per la formazione culturale dei futuri professionisti del settore, gli studenti di Architettura”.
“Aderiamo pienamente all’iniziativa degli Ordini degli Architetti della Toscana – dichiara Silvia Burchielli, nella sua veste di Presidente regione Toscana Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari e Condominiali) – proponendo l’Amministratore per il coordinamento tra l’assemblea condominiale e i professionisti stessi. La vigente normativa, infatti, individua l’Amministratore quale punto di riferimento ed esecutore delle normative esistenti e in fase di promulgazione, inerenti la sicurezza dell’edificio e dei suoi impianti tecnologici”.